Mazda CX-80, com’è e come va il gigante buono giapponese tutto spazio, comfort ed efficienza
Mazda CX-80 in anteprima italiana al Salone di Torino. Design e tecnologia per l'ammiraglia a ruote alte
Mazda sfida i costruttori premium, CX80: ecco la prova dell’ammiraglia a ruote alte
Roberto Pietrantonio è managing director di Mazda Italia e in una calda, caldissima giornata d’estate si guarda soddisfatto la CX-80, l’ultima creatura del marchio che guida nel nostro paese dal 2016 e che certo non gli ha posto sfide facili durante questi anni. Tra queste, elevare non solo i volumi di vendita, ma anche il profilo d’immagine della casa di Hiroshima. E il nuovo suv 7 posti lungo 5 metri rappresenta sicuramente il simbolo più forte di questo percorso. «Mazda sta avvicinando clienti sempre più raffinati e provenienti da marchi premium – dice con il suo solito sorriso – e la CX-80 ci aiuterà ad avvicinarne sempre di più».
Negli ultimi anni l’obiettivo di Mazda è stato di alzare il tiro, prima che per i volumi, per il posizionamento d’immagine. Stiamo vedendo l’arrivo di numerosi grandi Suv 7 posti sul mercato. C’è davvero spazio per questo tipo di vetture e per la CX-80?
«Questo segmento vale circa 35mila unità all’anno, noi ci siamo già con la CX-60 e rafforziamo la nostra offerta con la CX-80 che rappresenta un’ulteriore proposta all’interno di quel segmento. Sappiamo benissimo che non potrà generare volumi importanti, ma siamo sicuri che farà molto bene al nostro marchio avvicinando sempre di più clienti che vogliono distinguersi».
Che cosa pensate possa distinguere la CX-80 dalle concorrenti?
«Quello che ci distingue per tutti i modelli della nostra gamma e per i valori che essi incarnano. Il primo è il design fatto di armonie che richiamano la cultura giapponese e riesce a parlare del marchio ancor prima di vederne gli interni. Poi ci sono le tecnologie: Mazda crede ancora nel diesel nel momento tutti sembrano voler fuggire da esso e abbandonarlo il prima possibile. In generale, le nostre tecnologie rappresentano un unicum e puntano ad offrire un’esperienza di guida memorabile. Infine c’è la cura dei dettagli che io amo definire di artigianato industriale e che è rappresentato dal nostro claim “Crafted in Japan”, equivalente del nostro “Made in Italy”. Nei prossimi mesi parleremo di Mazda proprio di questi due modi di ricercare l’eccellenza attraverso le CX-60 e CX-80».
Intanto questo lavoro è stato affidato alla CX-60. Siete riusciti ad ottenere i risultati che vi attendevate?
«La CX-60 ha dato risultati importanti anche perché ci ha permesso di avvicinare i clienti flotte e del noleggio a lungo termine. Finora ci eravamo rivolti prevalentemente ai clienti privati e alle vendite attraverso i concessionari. La CX-60 ci ha insegnato a lavorare con un cliente e un canale diversi dove eravamo conosciuti molto poco e il risultato principale è stato farci conoscere e ricevere spinta e motivazione per farci conoscere ancora di più trovando nuove opportunità. Pensiamo che anche questo aiuti il nostro brand in quel viaggio che stiamo facendo già da qualche anno».
Torniamo al diesel e a quello che oggi rappresenta. Averlo è davvero un vantaggio?
«Io direi di sì perché nel segmento della CX-60 il diesel rappresenta il 70%, dunque una fetta ancora molto importante. Secondo me, più che il solo motore a gasolio, è un vantaggio poterlo offrire accanto all’ibrido plug-in, come succede già sulla CX-60 e sarà anche per la CX-80. In questo modo possiamo rivolgerci ai clienti che vogliono economia di esercizio sulle lunghe percorrenze e, allo stesso tempo, a quelli che privilegiano le prestazioni e la possibilità di tutelare l’ambiente percorrendo decine di chilometri ad emissioni zero. Questa possibilità è un vantaggio apprezzato anche dalle società di noleggio a lungo termine ed infatti la mix di vendita che ci viene richiesta da loro è pari quella richiesta dal resto del mercato».
Avete obiettivi di vendita già fissati per la CX-80?
«Direi che sono minimi, vogliamo fare qualità più che quantità considerando che vetture di questo genere portano soprattutto profitto, valore e immagine».
Elemento fondamentale di un percorso di crescita come il vostro sono i concessionari. Per chi è abituato a vendere modelli di dimensioni e costo inferiori, talvolta vetture come la CX-60 e la CX-80 sono viste quasi come un intralcio. Come vive il concessionario Mazda questo itinerario di elevazione del marchio?
«La domanda è pertinente. Da sempre per noi la rete è l’estensione del marchio, la parte essenziale di un rapporto di partnership. Lo dimostra il fatto che oggi presentiamo in anteprima la CX-80 proprio all'interno di uno dei nostri partner. Per questo la crescita che noi vogliamo la stiamo facendo insieme ai concessionari, agli imprenditori che investono il proprio denaro e alle persone che vi lavorano. Per questo ragioniamo e pianifichiamo costantemente con i concessionari, li supportiamo per i processi e le offerte, anche per i finanziamenti e il noleggio, e puntiamo alla formazione del personale. E infine supportiamo la rete con le risorse economiche che sono necessarie per raggiungere quegli obiettivi comuni che ci siamo prefissati».
Mazda non ha fatto mai mistero di preferire all’elettrificazione le tecnologie di tradizionali che, secondo voi, hanno ancora un potenziale di sviluppo significativo per l’efficienza e l’abbattimento delle emissioni. Ciononostante avete avviato il vostro percorso verso l’elettrificazione. Molti marchi, dopo annunci roboanti sull’elettrico, hanno perlomeno abbassato toni e voi vi trovate nella favorevole posizione di non dover cambiare una virgola i vostri programmi. Quali novità Mazda proporrà prossimamente?
«Non posso entrare nel dettaglio, ma avremo belle notizie già nei prossimi mesi. Come ha detto lei, ci muoveremo nel segno dell’evoluzione, coerentemente alla nostra filosofia e a quello che abbiamo annunciato da tempo. Saremo in grado di offrire più soluzioni rafforzando l’elettrificazione, in particolare per quei mercati dove è già importante, come quelli del Nord Europa, ma anche sfruttando al massimo le tecnologie tradizionali in modo originale come l’elettrico con il range extender rotativo che proponiamo sulla MX-30. Questa ricchezza dà a Mazda un bel vantaggio competitivo come costruttore globale, che pensa e costruisce le proprie vetture pensando a tutti i mercati nei quali è presente».
Negli ultimi anni la gamma Mazda si è arricchita di suv, ultimo dei quali è proprio la CX-80, ma ha perso altri modelli con carrozzeria tradizionale come la Mazda 6. Avrete di nuovo una berlina in futuro?
«Si! Non posso dire altro, ma posso affermare che nei piani di Mazda c’è una nuova berlina. Del resto è nel nostro DNA accontentare anche la clientela tradizionale e non è un caso che da 35 anni abbiamo una roadster in listino. Ovviamente i numeri oggi sono fatti dai suv e anche per Mazda rappresenta il 60% dei volumi in Italia, ma è bello che il resto sia rappresentato da altri tipi di carrozzerie».