Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Car Italia dal 2007

Crisci (Volvo Car Italia): «La XC90 e la EX90 due risposte alle esigenze di elettrificazione per le aziende»

di Nicola Desiderio
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Volvo ha chiuso il 2024 con un nuovo record a livello globale (oltre 763mila unità, +8%), un notevole rafforzamento in Europa (370mila, +25%) e il ragguardevole traguardo del 46% di auto alla spina con una sostanziale parità tra ibride plug-in (178mila, +16%) ed elettriche (175mila, +54%). Emblematico arriva dunque il lancio concomitante delle nuove XC90 e EX90 in Italia dove Volvo ha chiuso l’anno con 19.243 immatricolazioni (+13,7%) delle quali oltre un quinto di EX30 elettrica. «Con quasi 4mila unità, ha rappresentato il 22% del nostro targato, oltre 5 volte la quota dell’elettrico in Italia» afferma Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Car Italia dal 2007.

La XC90 e la EX90 sono due modelli, due ammiraglie e due soluzioni di elettrificazione che riguardano prevalentemente le auto aziendali, un settore che in Italia sta affrontando novità critiche in tema di fiscalità. Come pensate di indirizzare le società per gestire questo momento e questa esigenza particolare?

«I due modelli sono improntati proprio su questo: dare alle aziende la possibilità di scegliere tra due soluzioni diverse. La prima è la più tradizionale e riguarda la XC90 ibrida plug-in che esisteva anche prima e i nostri clienti conoscono bene. La seconda è la EX90 elettrica, un mezzo molto avanzato da tutti i punti di vista: di elettrificazione, tecnologico, di sicurezza e di prestazioni. L’approccio che stiamo mettendo in pratica sarà di affiancare le aziende nel compiere la scelta, cercando di comprenderne le necessità, la presenza di infrastrutture di ricarica e le percorrenze… L’orientamento iniziale premia la XC90, ma stiamo ricevendo molti ordini anche per la EX90, soprattutto da aziende già orientate da tempo verso la sostenibilità e che sono dotate di strutture di ricarica. Abbiamo comunque fatto in modo che il listino di queste vetture, che hanno un costo sicuramente impegnativo, si trovi nello stesso intorno».

La Volvo si è data obiettivi di elettrificazione elevati, pur rivedendoli recentemente, e ha la fortuna di avere un modello come la EX30 che sta riscuotendo un ampio successo, anche in un mercato poco recettivo come l’Italia. Può darci qualche dato?

«Nel 2024 per noi stata molto importante perché ne abbiamo immatricolate quasi 4mila unità, il 22% del totale. La EX30 inoltre ci apre la strada verso la gamma futura che fino al 2030 accoglierà almeno un nuovo modello elettrico all’anno. Le vendite della EX30 sono state equamente suddivise tra aziende e privati e devo dire che anche i concessionari si sono sentiti coinvolti e ci hanno dato una grossa mano».

È risultata un modello di conquista come speravate?

«Assolutamente sì, e in diverse direzioni perché non c’è un’unicità di brand o di genere. Per molti dei nostri clienti, la EX30 ha costruito l’ingresso nel mondo dell’elettrico, dunque hanno scelto una Volvo per lasciare l’auto termica ed entrare in questo nuovo mondo. Questo ci dà sicuramente fiducia e forza per il futuro. Naturalmente, siamo consapevoli delle difficoltà e delle differenze che ci sono per il processo di elettrificazione in Europa: abbiamo la Norvegia dove in gennaio il 96% delle vendite è stato elettrico e l’Italia invece è, come abbiamo detto, al 4%. Per questo sappiamo che noi in particolare dovremo mantenere viva l’offerta di ibrido plug-in».

La fiscalità italiana spinge le aziende verso l’adozione del plug-in hybrid mentre stanno cambiando le regole di omologazione che innalzeranno i valori di CO2. Come stanno considerando le società questa concomitanza di fattori?

«Lo dico con rispetto: molto spesso l’Europa ha un atteggiamento contradittorio. In questi giorni si parla della possibilità che l’ibrido plug-in possa essere venduto dopo il 2035 ma, allo stesso tempo, si stanno rivedendo le norme di omologazione e questo vuol dire aumentare la CO2 dichiarata. È evidente che c’è una contraddizione e io credo che l’Europa debba arrivare ad un’uniformità di trattamento, prima di tutto fiscale. So che molte aziende si stanno rivolgendo direttamente alla Commissione Europea per avere una fiscalità quanto più possibile omogenea in tutta l’Unione Europea. L’Italia, come spesso accade, è molto indietro su questo…»

…E c’è il decreto delega per la fiscalità che scadrà il prossimo agosto, ma sembra sia tutto fermo…

«Esatto. La questione è proprio questa».

La novità per il 2025 di Volvo è la ES90 che rappresenta il ritorno ad un classico: la grande berlina. Come sarà questa vettura?

«Non posso anticipare molto, ma posso dire che sarà una vettura straordinaria perché introduce altre incredibili novità dal punto di vista della sicurezza e del concetto di software defined vehicle inaugurato con la EX90. Naturalmente sappiamo che la ES90 è una grande berlina e non farà per noi grandi volumi, ma ci sono mercati come il Nordamerica, la Cina dove questo tipo di vetture è ancora importante. Sarà in ogni caso una vetrina delle tecnologie che, man mano, troveremo sulle altre Volvo».

Domanda secca: ci sarà anche una versione station wagon?

«Io credo che Volvo sia fondamentalmente un produttore di station wagon…»

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Lunedì 10 Febbraio 2025 - Ultimo aggiornamento: 11:26 | © RIPRODUZIONE RISERVATA