Safari Rally in Kenia, la Hyundai Neuville e Tänak in testa dopo la prima cronometrata. Rovanperä terzo con Toyota
Hyundai investirà 50 miliardi di dollari in Corea del Sud entro il 2026. Piano di sviluppo e produzione di veicoli elettrici
Il Wrc fa tappa in Kenia. Toyota cerca il tris. Al via anche due equipaggi italiani
FONTANGE - Non capita tutti i giorni che l’attuale leader del campionato mondiale rally faccia alzare dal suo sedile il suo fido navigatore e vi faccia sedere un profano. Ma è quello che è successo a noi: il belga Thierry Neuville ci ha portato a fare un giro. Non è la prova speciale di un rally, ma una pista bagnata ricavata all’interno del proving ground di Michelin a Fontange, nel Sud della Francia.
Tuta, casco e qualche contorsionismo per entrare all’interno della i20 WRC. Non è proprio la macchina da gara, ma è quella utilizzata per lo sviluppo e ciò che conta è il manico. Cinture allacciate, casco agganciato attraverso l’HANS e il borbottio del 4 cilindri 1.6 turbo si trasforma in urlo che fa coro con lo stridìo delle gomme.
Neuville sa che oggi si scherza, la prende con calma, ma la sensazione che dà è quella di dominio totale del mezzo, anche quando percorre tre quarti di una rotonda spazzolandola come se fossero i capelli di una bimba. A uno così, si potrebbe affidare anche la propria prole in viaggio. Dopo il giro ci sono un paio di minuti per i ringraziamenti di rito e per due battute sui rally e sul loro futuro.
Che cosa pensi dei nuovi regolamenti? Come pensi che dovrebbero essere? Ad esempio, si parla dell’introduzione dell’ibrido…
«Onestamente, non sono un sostenitore di questa idea, ma questo è il futuro. Quello che conta è che dobbiamo combinare l’ibrido con la sicurezza, soprattutto quando guidiamo nei boschi e, in caso di incidente, non vi sia pericolo anche per il pubblico che potrebbe toccare la macchina e prendere elettricità»
E cosa pensi del possibile allargamento del calendario? Si parla anche della reintroduzione del Safari Rally…
«Sì! Sarebbe molto bello. Prima di tutto è sempre positivo immettere nuovi elementi di diversità nel campionato. Secondo me, potrebbe funzionare anche mettere qualche gara più breve ed intensa, un’altra in notturna e qualcun’altra di durata in modo che ogni gara fosse più caratterizzata».
Il Safari dunque potrebbe essere per il WRC quello che la 24 Ore di Le Mans è per il WEC…
«Esattamente! Sarebbe davvero una bella sfida!»
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