La Porsche 911 RSR del terzetto Christensen-Estre-Vanthoor che si è imposta per la categoria GTE-Pro

Battaglia tra le GT: Porsche fa festa con una doppietta, la Ford sul podio

di Nicola Desiderio
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LE MANS - Chiamatela una vittoria minore, che non può valere una delle 19 assolute che fanno della Porsche il marchio più vittorioso alla 24 Ore di Le Mans. Ma quando si vince contro Aston Martin, BMW, Chevrolet, Ferrari e Ford e lo si fa in occasione dei 70 anni della propria nascita, è giusto festeggiare e omaggiare la casa di Zuffenhausen con una rosa. E non parliamo del fiore, ma del colore della 911 RSR ufficiale che si è imposta per la categoria GTE-Pro nella corsa di durata più famosa del mondo e la cui bizzarra livrea riproduce i tagli di carne del maiale, citando la 917/20 che Porsche schierò a Le Mans nel 1971 e ora si trova nel proprio museo.
 

La 911 più suina della storia, guidata dal terzetto Christensen-Estre-Vanthoor, ha fatto letteralmente salsicce delle avversarie facendo doppietta con l’altra 911 numero 91 condotta da Lietz, Makoviecky e da Gianmaria “Gimmi” Bruni. Il pilota italiano, al ritorno a Le Mans dopo un anno sabbatico, non si è potuto giocare la sua quarta vittoria sul circuito della Loira per uno sfortunato gioco di bandiere gialle e slow zone, ma ha mostrato ancora una volta tutta la sua classe già nelle qualifiche con un 3’47”504 che gli è valsa la pole position e batte di oltre 3 secondi il migliore tempo di categoria dello scorso anno. Ma, cronometro alla mano, tutti erano racchiusi in pochi decimi. Tale vicinanza nelle prestazioni si è trasformata in innumerevoli duelli, soprattutto nella prima metà della gara e nell’ultima parte. Le avversarie più toste da battere sono state sicuramente le Ford GT. Lo squadrone americano, con 4 vetture, è però riuscito a portarle tutte al traguardo piazzando al terzo posto la numero 68 di Bourdais-Hand-Müller, seguita dalla #67 di Kanaan-Priaulx-Tincknell mentre la #66 di Johnson-Mücke-Pla è arrivata 7^ e la #69 di Briscoe-Dixon-Westbrook ha chiuso al 14° posto.
 

 

La Chevrolet Corvette C7.R, alla sua 19^ partecipazione consecutiva e 8 vittorie, si è dovuta accontentare di un 5° e un 15° posto mentre l’Aston Martin, vincitrice lo scorso anno ha fatto un 9° e un 13° posto. Poteva andare meglio alla BMW che, al ritorno a Le Mans dopo 7 anni con la nuova M8 GTE, ha mostrato un ottimo ritmo di gara, ma non è riuscita a fare meglio del 12° posto.

L’Italia non può esultare per una Ferrari che piazza le sue 488 GTE Evo al 6°, 8° e 10° posto, ma può essere contenta delle prestazioni dei suoi piloti come Giovinazzi, Pier Guidi e Rigon. Avrebbe potuto esultare sicuramente di più se Mattia Cairoli, partito in pole nella GTE-Am con la sua 911 RSR, non fosse uscito di strada guardando poi vincere l’auto gemella del team Proton-Dempsey davanti alla Ferrari 488 GTE guidata da Flhor, Castellacci e un intramontabile Giancarlo Fisichella che a Le Mans ha vinto due volte (2012 e 2014), ma di correrla non si è ancora stancato.
 

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Lunedì 18 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 19-06-2018 17:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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