La Renault Captur ha fatto il suo esordio ai confini fra Francia e Spagna

Renault Captur scende in strada,
parte la sfida ai Suv compatti

di Nicola Desiderio
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BIARRITZ - La Renault Captur arriva sul mercato per mettere in grado la casa francese di sfidare direttamente la cugina Nissan Juke, la nuova Peugeot 2008 e tutte le altre piccole a ruote alte che si stanno affacciando sul mercato come la Opel Mokka e la Chevrolet Trax, senza contare le antesignane della categoria come la Suzuki SX4, la Fiat Sedici e la Toyota Urban Cruiser.

Bella faccia e tanto colore. La Captur è lunga 4,12 metri, dunque solo 6 cm in più rispetto alla Clio IV con la quale condivide la piattaforma, ma con un passo esteso fino a 2,60 metri, un altezza di 1,57 metri (+10 cm) e una larghezza di 1,77 metri. La luce a terra è di 20 cm, abbastanza per pensare di affrontare terreni sconnessi, ma non troppo scivolosi visto che la trazione integrale non è prevista su alcuna motorizzazione. Lo stile riprende quello dell’omonimo concept ed è caratterizzato dal frontale delle nuove Renault, ovvero una mascherina scura che ingloba i fari e la grande Losanga al centro. Le proporzione sono indovinate, il piglio sportivo e dinamico e lo si può esaltare ancora di più con la carrozzeria bicolore. Tre le tinte per il tetto (avorio, nero e arancio) per 18 combinazioni che prendono il nome da famose città nel mondo. E non finisce qui visto che ci sono pacchetti di personalizzazione che riguardano parti come i gusci dei retrovisori o i cerchi, per non parlare delle decalcomanie applicabili su tetto e cofano, alcune davvero fantasiose. Non disponibile, almeno per il momento, il tetto apribile o panoramico.

Carattere alla mano, sedili in lavatrice. Forme da crossover, ma spazio abbondante e flessibile come in una monovolume. Detto da Renault bisogna crederci e in effetti dalla Captur si entra e si esce agevolmente e dentro lo spazio non manca. Si siede 10 cm più in alto della Clio, con un punto anca pari a quello della Scénic e neppure i bagagli hanno di che lamentarsi grazie a un vano la cui capacità oscilla tra 377 e 455 litri e poi fino a 1.235 litri. Merito del divanetto posteriore che trasla tutto di 16 cm, ma solo gli schienali sono abbattibili 60/40. Semplice il movimento per abbatterli, comode le funzionalità del piano supplementare di carico che può essere fissato in inclinazione per far da separatore o facilitare le operazioni di carico. Originali le tasche a molla dietro i sedili posteriori che ricordano gli zaini da montagna, ma ancora di più il cassetto Easy Life da 11 litri che si apre letteralmente come un cassetto e non a compasso o con uno sportellino come in tutti gli altri casi. Ci sono altri vani per un totale di 27 litri, tutti comodi e ben studiati. Anche per l’abitacolo sono molteplici le possibilità di personalizzazione, ma la più originale è quella per i sedili Zip Collection, dotati di un rivestimento smontabile e lavabile in lavatrice (30°), ma anche sostituibile o personalizzabile in 8 diverse fantasie cromatiche.

La telematica non è un’opinione. Giovane lo stile della plancia e al passo con i tempi l’ergonomia incentrata, come sulla Clio, sullo schermo da 7 pollici in stile tablet posizionato in alto al centro. Due le versioni. Una è la Smart-Nav e l’altra è la più evoluta R-Link dotata di sistema integrabile con app di vario tipo tra cui quelle relative ai servizi - traffico, richiesta di assistenza, ricerca del distributore con il prezzo dei carburanti migliore e anche il Coyote per segnalare le zone di pericolo e la presenza di sistemi di rilevamento della velocità – e anche al divertimento come la R-Sound che crea all’interno dell’abitacolo 6 sonorità diverse per il motore. Provare per credere. La strumentazione è mista: contagiri e indicatore carburante sono analogici, tachimetro e computer di bordo sono digitali. Lodevole il fatto che su tutti gli allestimenti vi siano la presa USB, aux in con jack e il Bluetooth. Di serie anche la chiave a scheda, l’avviamento a pulsante e il cruise control. Per la sicurezza non mancano gli airbag laterali testa-torace, quello frontale disattivabile con una comoda manopola se si usa il seggiolino bambini contromarcia o con gli attacchi Isofix che sono anche sui due lati del sedile posteriore. L’ESC è dell’ultima generazione con 7 sensori e ha sia l’assistenza alla partenza in salita sia il sistema antiribaltamento.

Il solito ottimo diesel e un benzina solo automatico. I motori sono tutti turbocompressi e con stop&start. Si parte dal 3 cilindri 900 da 90 cv e si procede con il diesel 1.5 dCi di pari potenza che dichiara un consumo di 3,6 litri/100 km ed emissioni di CO2 di 95 g/km. Per entrambi il cambio è manuale a 5 rapporti, ma quello a gasolio avrà presto l’EDC doppia frizione a 6 rapporti (ma senza stop&start) che è invece di serie con il 4 cilindri a benzina 1.2 a iniezione diretta da 120 cv. Abbiamo provato quest’ultimo e l’1.5 dCi che si conferma ancora un ottimo motore per l’elasticità e la naturalezza dell’erogazione. Non è un fulmine di guerra (171 km/h, 0-100 km/h in 13,1 secondi), ma è quello giusto per la Captur che può vantare una bella guidabilità, nonostante un rollio avvertibile, e anche un ottimo comfort in autostrada – ma un bel bracciolo e un paio di ganci per i vestiti ci starebbero proprio bene – grazie soprattutto all’attento studio dell’aerodinamica anche nel sottoscocca. Più rigida sullo sconnesso, ma anche più precisa in curva è la TCe i cui 120 cv sono in verità un po’ mortificati da un cambio dolce e fluido in automatico, ma refrattario a ogni velleità sportiva. In ogni caso si apprezzano la precisione dello sterzo, il buon inserimento in curva e la generale sensazione di sicurezza dovuta al buon appoggio e ai freni, potenti, ma soprattutto modulabili e resistenti. La visibilità è buona, ma non eccezionale per i montanti anteriori massicci e una fastidiosa deformazione che si crea alla base del parabrezza. Dietro il lunotto di dimensioni ridotte non aiuta, ma per ovviare ci sono i sensori e la retrocamera.

Dotata di suo, personalità da costruire. La Captur sarà in vendita dal 4 maggio a un prezzo che parte da 15.950 euro. Tre gli allestimenti (Wave, Live ed Energy), per i quali lo scalino di prezzo è di 1.250 euro ciascuno mentre per passare dal 3 cilindri al diesel ci vorranno 1.650 euro. Il 1.2 TCe da 120 cv, offerto solo con l’allestimento di punta, costerà 20.550 euro, ma ha di serie il bicolore, i cerchi in lega da 17 pollici, i sedili Zip Collection, il climatizzatore automatico con sensore di tossicità, il già citato cambio EDC e il sistema R-Link. Se invece della Captur vi piace la sostanza in quanto tale, anche sulla base non manca davvero nulla. Chi invece la sceglie per la personalità troverà pane per i suoi denti, soprattutto gli allestimenti in serie limitata Sport, Trendy ed Elegant.

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Martedì 30 Aprile 2013 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 18:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA