Con la Cina «non vogliamo alcuna guerra commerciale, vogliamo che si ragioni su come ripristinare condizioni di parità, che oggi ovviamente non ci sono e sono evidenti a tutti e sono state conclamate e accertate dalla Commissione europea». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, parlando dei dazi sulle auto elettriche cinesi nel corso del programma Coffee Break su La7. «Noi siamo, lo abbiamo detto in tutte le sedi, per arrivare a un accordo sia in sede bilaterale, Commissione europea-Governo cinese, sia in sede di Wto, cioè a Ginevra, affinché si riconosca e si intervenga per ripristinare condizioni di mercato di reciprocità, di parità, alla luce di quello che tecnicamente la Commissione ha accertato in oltre dieci mesi di indagine, cioè che l'industria cinese è stata sovvenzionata con immense risorse dallo Stato per raggiungere uno sviluppo tecnologico e produttivo e quindi sostanzialmente invadere i nostri mercati», ha aggiunto Urso, sottolineando che «noi agiamo sempre all'interno delle regole del diritto internazionale, cioè del Wto». Anche in questo caso, ha continuato, «la posizione italiana sembra quella più largamente condivisa dai partiti europei, perché la nostra posizione è quella ragionevole, è quella del buonsenso, quella del pragmatismo e quella della realtà. Non abbiamo paraocchi ideologici e io chiedo che l'Europa si tolga i paraocchi ideologici e legga la realtà con gli occhi della verità».
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Mercoledì 9 Ottobre 2024 - Ultimo aggiornamento: 13:33
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