Primo semestre, l'Europa frena Renault ottimismo per la seconda parte dell'anno

Primo semestre, l'Europa frena Renault
ottimismo per la seconda parte dell'anno

di Giampiero Bottino
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MILANO - È inutile negarlo. Anche un costruttore per molti versi all'avanguardia tecnologica, per esempio proiettato come forse nessun altro verso il futuro elettrico dell'auto, sta pagando in questi difficili momenti l'eccessivo sbilanciamento verso il mercato europeo.

Frenata francese.
L'ennesima dimostrazione viene dai risultati semestrali della Renault, che evidenziano un calo del 3,3% (a 1,33 milioni) nei volumi, dimostra che il proseguimento della crescita sui mercati internazionali non è riuscito a compensare il calo generalizzato del mercato europeo. Tra l'altro, anche il contributo del ramo auto alla cifra d'affari (19,863 su 20,935 miliardi di euro) è calato in misura superiore al dato complessivo: - 1,4% contro - 0,8%, una differenza che in Renault viene attribuita soprattutto alla rilevante diminuzione dei volumi registrata in Francia e Italia.

I dati finanziari.
In calo anche il margine operativo, che è risultato di 482 milioni di euro rispetto ai 630 milioni del primo semestre 2011. Proporzionalmente più rilevante la retromarcia del ramo auto, il cui margine operativo è sceso di 134 milioni fermandosi a quota 87 per l'effetto combinato della diminuzione dei volumi e dei maggiori costi connessi con l'arricchimento dei prodotti, solo in parte compensati dai positivi effetti del piano di riduzione dei costi battezzato con la definizione giapponese «monozukuri». Rispetto alla fine del 2011, infine, l'indebitamento finanziario netto del ramo auto è aumentato di 519 milioni, attestandosi a quota 818.

Ottimismo.
Nonostante le innegabili difficoltà, il presidente Carlo Ghosn ha dichiarato che «Renault resta in rotta per raggiungere il suo obiettivo 2012 di free cash flow positivo». Un anno che, in base alle previsioni del gruppo francese, dovrebbe continuare a crescere a livello globale nel secondo semestre, nonostante l'Europa in frenata, chiudendo l'anno con un tasso d'incremento del 5% rispetto al 4% atteso precedentemente. Del tutto opposta la prospettiva europea, per il quale si attende una diminuzione superiore di 3 punti a quanto previsto all'inizio dell'anno. Forte del programmato lancio di nuovi modelli, il gruppo si propone comunque di chiudere quest'anno con vendite superiori al precedente, a patto che il mercato europeo non degradi più di quanto finora previsto.

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Sabato 28 Luglio 2012 - Ultimo aggiornamento: 30-07-2012 18:39 | © RIPRODUZIONE RISERVATA