Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica

Pichetto Fratin: «Ideologismo Ue sull'auto non più ammissibile. La realtà è che al 2035 non si arriva, non si sta in piedi»

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«Non ho cambiato idea dai tempi in cui ero allo Sviluppo Economico, con il tavolo automotive: la realtà è che al 2035 non si arriva, non si sta in piedi», lo ha detto Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, in merito alle politiche europee sull'elettrico e sulla mobilità privata, intervenendo in video collegamento all'edizione autunnale di #ForumAutomotive, da nove anni punto di riferimento e di incontro di opinioni della filiera dell'auto. L'obiettivo di abbassare le emissioni? «Non andiamo con la politica a mettere date, scadenze, di tipo ideologico sullo strumento. La tecnologia può darci tutte le opportunità per motori endotermici ed elettrici. Sono convinto che il motore elettrico abbia un ruolo importantissimo e che fra 10 anni l'elettrico sarà forse maggioritario rispetto al motore endotermico però l'ideologismo puro non è ammissibile. Ci sono gli spazi per cambiare idea, noi lo chiediamo già al 2025, al 2026 ci sarà la verifica». Sollecitato da Pierluigi Bonora, direttore di Aci radio e patron di #ForumAutomotive, sull'apertura di Bruxelles ai carburanti sintetici ma non ai biocarburanti, il Ministro ha detto: «Qui sono interessi nazionali, quelli di altri Paesi che hanno l'energia elettrica prodotta dal nucleare e quelli che sono convinti di poter produrre grandi quantitativi di e-fuel che giocano contro quello che è al momento il grande produttore di biocarburanti che è l'Italia. È una guerra di interessi».

Sulle future azioni del Governo per sostenere il comparto in Italia, Pichetto Fratin ha chiarito: «Le decisioni dell'Unione Europea sui carburanti utilizzabili hanno un effetto enorme sul sistema produttivo europeo. Il prezzo dei combustibili ha conseguenza anche sul prezzo dei beni. È chiaro che siamo strettamente legati alla Germania e non possiamo farci una politica per nostro conto. Sull'automotive Italia e Germania sono un unico produttore. Il 40% delle componenti di un veicolo tedesco sono italiane. La produzione deve essere accompagnata. Da parte mia arrivando a un'energia meno costosa e più pulita. Il Governo deve fare in modo che la modernizzazione del sistema si mantenga in binari di produzione». Sul ritorno dell'Italia all'energia nucleare, ha quindi detto: «Dati alla mano, oggi complessivamente consumiamo 1800 terawatt di tutte le energie, la previsione del 2050 è più del doppio. Le rinnovabili non sono in grado di garantire continuità, la scelta non può che essere nucleare. Oggi compriamo il 10% dell'energia dalla Francia che è nucleare. Dobbiamo creare le condizioni di consenso, anche su richiesta di referendum che in Italia è abrogativo.

Nel corso del 2025 il Parlamento potrebbe valutare un disegno delega, per avere un quadro di norme complete. Ho previsto la produzione di enertgia nucleare dal prossimo decennio». Infine, sul possibile arrivo dei gruppi cinesi in Italia come produttori di veicoli, il Ministro ha detto: «Sono convinto che le chiusure totali non diano mai i risultati sperati. Ben vengano i cinesi a produrre in Europa. Che la proprietà sia cinese o di un fondo anonimo, l'importante è che siano nel nostro Paese e vengano rispettate tutte le tutele di diritto. Noi siamo aperti agli investimenti». La mattinata di dibattiti di #ForumAutomotive è poi proseguita con il focus 'Cinesi d'Italia, cinesi in Italia', con l'intervento di alcuni rappresentanti di marchi della Grande Muraglia importati nel nostro Paese, talk show che ha preceduto una tavola rotonda a tema 'Green deal'. 

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Lunedì 28 Ottobre 2024 - Ultimo aggiornamento: 17:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA