il presidente Acea Michael Manley (Ceo Fca)

Costruttori auto europei lanciano l’allarme, Manley (Acea): «Perdite per 100 md, UE intensifichi sostegno al settore»

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BRUXELLES - L’Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea) chiede ai responsabili politici della Ue e ai governi nazionali di intensificare il sostegno al settore automobilistico, che continua a confrontarsi con le ricadute di Covid-19 mentre era già in un momento critico congiuntura sulla strada per la transizione all’economia decarbonizzata. ‘La pandemia è il più grande rischio mai affrontato dall’industria automobilistica, aggiunge enormi pressioni sul nostro settore in un momento in cui sta affrontando cambiamenti tecnologici fondamentali, così come la prospettiva di una Brexit senza accordo. Abbiamo urgente bisogno di trovare modi per farcela con il minimo danno ai posti di lavoro e agli investimenti, mantenendo allo stesso tempo una forte attenzione alla sfida climatica«, ha dichiarato il presidente Acea Michael Manley (Ceo Fca) nel corso di una conferenza online. L’industria automobilistica ue registra perdite di produzione di oltre 4 milioni di veicoli a motore (per un valore di circa 122 miliardi di euro).

Le immatricolazioni di tutti i tipi di veicoli sono crollate nei primi tre trimestri dell’anno, con previsioni di vendite di auto in calo del 25% storico nel 2020. L’Acea chiede che il sostegno dei piani nazionali di ripresa e resilienza venga incanalato in queste aree, stimolando la domanda di auto, furgoni, camion e autobus ad alimentazione alternativa. Ciò rafforzerà la ripresa economica dell’Europa e le sue ambizioni climatiche. Henrik Henriksson, Ceo di Scania e presidente del Commercial Vehicle Board di Acea ha aggiunto: «Il nostro settore è pienamente impegnato nel trasporto merci su strada a emissioni zero entro il 2050 al più tardi. Ciò porterà un cambiamento radicale per l’industria dei veicoli commerciali, nonchè l’intera catena del valore nei trasporti e nella logisticà. ‘I produttori hanno investito in un numero significativo di camion a emissioni zero che arriveranno sul mercato nei prossimi anni. Quello che devono fare ora agli Stati membri è raggiungere il nostro livello di impegno implementando una rete di stazioni di ricarica adatte ai camion’, ha detto ancora Henriksson. Le perdite di produzione di veicoli a motore nell'Ue sotto l'impatto del Covid-19 nella prima metà del 2020 sono state pari a 3.649.677 unità per un valore di circa 100miliardi di euro, pari al 20% della produzione totale del 2019. Un risultato dovuto sia delle chiusure degli stabilimenti (soprattutto durante i mesi di lockdown a marzo, aprile e parte di maggio) che alla capacità produttiva non ancora tornata ai livelli pre-crisi nella seconda metà di maggio e giugno. Uno scenario che declinato per ciascun stato membro, significa ad esempio 246.710 autovetture e veicoli commerciali leggeri fino a 6 tonnellate in meno per l'Italia; 956.090 per la Germania; 693.768 per la Spagna; e 381.841 per la Francia.

Una situazione così difficile da far affermare all'ad di Fiat Chrysler e presidente dell'associazione europea dei costruttori di auto (Acea), Michael Manley, che il Coronavirus "è il rischio più grande che l'industria" di settore abbia mai affrontato". Anche perché alla perdita di produzione si aggiunge la crisi della domanda. Si attende infatti, "che l'immatricolazione delle nuove auto diminuirà di un quarto nell'Ue rispetto allo scorso anno: -25% sarà il calo più netto di sempre registrato dal nostro settore, con una caduta di più di 3 milioni di unità quest'anno, scendendo al livello più basso dal 2013", ha evidenziato il ceo di Fca. E il "quadro su scala globale è simile, con l'attesa che la richiesta del mercato si riduca del 21%". Per far ripartire il settore, traino importante per tutta l'economia, Manley guarda al Recovery plan e al Green deal, priorità della Commissione europea. "Il Recovery plan europeo dovrebbe essere tradotto in misure di sostegno concreto come schemi di rinnovo delle flotte, per stimolare la richiesta per veicoli a emissioni basse o zero - ha indicato l'ad -. La posta in gioco è estremamente alta. per questo chiediamo ai politici, sia a Bruxelles, che negli Stati membri, di rafforzare il loro sostegno. Dobbiamo lavorare insieme per assicurare che l'ecosistema dell'auto nell'Unione, che occupa oltre 14,6 milioni di persone possa sopravvivere, riprendersi e prosperare". 
   

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Mercoledì 21 Ottobre 2020 - Ultimo aggiornamento: 22-10-2020 15:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 di 1 commenti presenti
2020-10-21 12:15:08
Schizofrenia mondiale, siamo andati in Cina ad insegnare come costruire dagli spilli ai missili, e quel signore che parla ha il suo datore di lavoro in combutta con i cinesi, parla di crisi dell'auto? siete dei cialtroni, mi chiedo vista la vostra incompetenza chi vi ha raccomandato per occupare quel ruolo che avete.