Aprilia Tuareg 660 - Prova

Aprilia Tuareg 660, in sella alla nuova enduro di Noale. Il mito è ritornato e fa sul serio

di Francesco Irace
  • condividi l'articolo

CHIA – Stile e nome richiamano la "vecchia" enduro che 35 anni fa permetteva ai giovani motociclisti (e non solo) di sognare la Dakar. Oggi la Tuareg torna sul mercato tutta nuova, costruita attorno alla piattaforma che ha già dato alla luce le apprezzate RS 660 e Tuono 660, e dotata di un design snello, moderno e slanciato, con il gruppo ottico che richiama il family feeling tipico di Noale, con i tre occhi che illuminano la strada. È costruita attorno a un telaio tubolare in acciaio abbinato a staffe in alluminio. Davanti c'è una forcella da 43 mm a steli rovesciati e dietro un mono con leveraggi progressivi: sono entrambi completamente regolabili e hanno un'escursione di ben 240 mm.

Parliamo, dunque, di una moto alta, con davanti il cerchio da 21'', pensata per affrontare qualsiasi tipo di terreno e dotata di una sella stretta e rastremata posta a 860 mm da terra. Il motore è il bicilindrico frontemarcia di nuova generazione utilizzato su Tuono e RS, ma portato per l'occasione a una potenza di 80 CV e 70 Nm di coppia massima (è disponibile anche in versione depotenziata). Prevede una diversa fasatura e alzata degli alberi a camme e una rapportatura più corta, proprio per privilegiare (rispetto a Tuono ed RS) la spinta ai bassi e ai medi regimi, ed è abbinato a un nuovo impianto di scarico.

Per quanto riguarda l'elettronica, la nuova Aprilia Tuareg 660 si affida al sistema APRC (Traction Control, Cruise Control, Engine Map e Engine Brake), a 4 Riding Mode (2 personalizzabili di cui 1 per l’off-road) e all’ABS disinseribile su entrambe le ruote o solo sul posteriore, il tutto gestibile attraverso un chiaro e moderno schermo TFT da 5″. Il peso a secco è di 187 kg, il serbatoio contiene 18 litri di carburante e l'impianto frenante firmato Brembo (privo di ABS Cornering) si avvale di un doppio disco all’anteriore da 300 mm con pinza a 4 pistoncini. Tutti numeri e geometrie che in sella si traducono in una moto pensata per viaggiare da soli o in coppia e per affrontare l'offroad con il piglio giusto e senza rinunciare al comfort. È snella, alta e maneggevole.

È dotata di un'ottima ciclistica, che anche se stressata non va in crisi. La taratura delle sospensioni è morbida e permette alla moto di esprimersi al massimo nell'off-road, ma al tempo stesso offre comunque un buon sostegno sostegno anche su strada quando si percorrono curve e tornanti. È svelta, rotonda e reattiva. Funziona bene, insomma, in tutte le condizioni. E poi il bicilindrico è sempre pronto, con 80 CV che si rivelano giusti e perfetti (per come spalmati) per questa moto. La spinta è vigorosa ai bassi e ai medi e con le mappe e i sistemi elettronici ci si può cucire addosso il motore che si desidera, con il controllo della trazione regolabile e disattivabile anche in corsa attraverso una pratica palettina.

Comoda e naturale, infine, la posizione di guida su strada, ottima (grazie alle geometrie) anche quella in piedi per il fuoristrada. Bene il cambio QuickShifter (optional) e buona anche la frenata, efficace e ben modulata. Consigliate, dall'ampio catalogo accessori, sono le borse laterali, per potersi godere i viaggi all'insegna dell'avventura. La moto arriva nelle concessionarie a partire da dicembre, in tre colori (Acid Gold, Martian Red e Indaco Tagelmust) e con prezzi a partire da 11.990 euro franco concessionario. 

  • condividi l'articolo
Venerdì 5 Novembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 06-11-2021 21:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti