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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Michael Manley e John

Stellantis è realtà. Gli azionisti di Fca e Psa danno il libera all'unanimità. Closing il 16 gennaio

di Giorgio Ursicino

Il dado è tratto. Le assemblee degli azionisti di Fca e Psa tenutasi contemporaneamente hanno dato il via libera quasi all’unanimità alla fusione del secolo. Mai nel mondo dell’auto due gruppi tanto grandi si erano messi insieme. Unendo le proprie forze e uniformando le loro attività, hanno fatto nascere il quarto costruttore automotive del pianeta. Un competitor forte che produce e vende oltre otto milioni di veicoli l’anno, dà lavoro a 400 mila dipendenti, fatturando quasi 180 miliardi di euro e generando un utile operativo nel 2019, se fosse già stata una realtà unica, che avrebbe sfiorato i 12 miliardi. I francesi si sono riuniti on line in mattinata ed hanno approvato l’operazione con il voto del 99,8% dei rappresentati.

Il gruppo italo americano controllato da Exor ha espletato la sua formalità, nello stesso modo, nel primo pomeriggio con un consenso superiore al 99,1%. Incassato il semaforo verde dell’antitrust europeo prima di Natale (in primavera aveva acceso un faro sulla posizione dominante della newco sui veicoli commerciali), i tempi si anticipano ulteriormente. Tecnicamente Psa viene cancellata; le azioni Fca, già società di diritto olandese come sarà Stellantis, verranno diluite per dare agli azionisti del gruppo francese una quantità di titoli che rispecchi la fusione paritaria.

Prima di procedere al closing definitivo fissato per sabato 16 gennaio si devono espletare le formalità di compensazione per il maggior valore del gruppo transatlantico e completare le formalità per la quotazione a Parigi che affiancherà New York e Milano. Nell’ultimo bilancio prima della trattativa Fca aveva avuto ricavi per 108 miliardi rispetto ai 74 di Psa ed aveva venduto oltre un milione di veicoli in più (4,5 contro 3,5). Il Combination Agreement del 18 dicembre 2019 prevedeva un dividendo straordinario per gli azionisti Fca di 5,5 miliardi, mentre quelli Psa avevano diritto di spartirsi il 46% delle azioni Faurecia (circa 2,7 miliardi di euro) che non sarebbero confluite in Stellantis.

A metà settembre è stata rivista l’intesa non toccandone i parametri di base («Sono scritti nella roccia» ha dichiarato il Presidente Elkann), ma soltanto per garantire maggior liquidità alla newco in un momento in cui tutti i gruppi mondiali per contrastare le conseguenze della pandemia cercavano finanziamenti in modo da non compromettere l’operatività. Le nuove compensazioni sono state ora mantenute è approvate dalle assemblee. Il dividendo straordinario per i soci di Fca sarà di 2,9 miliardi da considerare prima della fusione; Faurecia non verrà più scorporata prima da Psa che la porterà in dote a Stellantis, quindi sarà per metà dei vecchi azionisti, per metà del nuovi (il 50% del 46% è valutato quasi 1,4 miliardi).

I fautori della fusione, oltre agli azionisti che hanno visto nel consolidamento un’opportunità da non perdere per affrontare in modo più strutturato la fase di cambiamento epocale della mobilità, sono stati John Elkann e Carlos Tavares che, non a caso, hanno il ruolo di Predente e ceo di Stellantis. Il rappresentate della famiglia Agnelli cercava un partner dopo l’improvvisa scomparsa di Marchionne. Al manager portoghese, che aveva fatto miracoli come ad alla guida di una compagine tutto sommato “piccola”, non gli sembrava vero di mettere il suo talento e le sue capacità operative al tavolo dei grandi. In quest’anno difficile per il covid e per l’intenso dialogo hanno mostrato un gran feeling, trasformando in accelerazioni le possibili cause di frenata.

La perfetta intesa fra i due sarà uno dei motivi del successo. In più, c’è la figura di Michael Manley, manager moderno non legato alle poltrone. È sceso da quella di ceo di Fca per occuparsi della parte americana della newco che vale almeno la metà come ricavi e ancora di più come utili. Il suo ruolo sarà strategico, la sua capacità di lavorare con il Presidente unica. «Grazie a Manley per il suo lavoro straordinario - ha dichiarato il nipote dell’Avvocato - il ruolo di azionisti di riferimento che abbiamo svolto da oltre un secolo è stato determinante, fornendo capitali e coraggio, sia in tempi buoni che in tempi difficili.

La nostra lunga esperienza dimostra che i momenti segnati dai cambiamenti più profondi sono quelli che offrono le migliori opportunità. In queste occasioni, il nostro impegno di proprietari sempre presenti e dedicati, insieme allo spirito imprenditoriale del nostro fondatore, si sono rivelati decisivi». Ora Tavares insieme con la squadra dovrà lavorare sul piano industriale che nella sua mente di ingegnere e di pilota avrà già preso forma. Intanto, man mano che si dialoga, emergono opportunità di sinergie già salite da 3,7 a 5 miliardi l’anno. I mercati hanno apprezzato, Fca ha guadagnato 1,5% chiudendo a 14,88 euro, Psa lo 0,6% a 22,6 euro.

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Martedì 5 Gennaio 2021 - Ultimo aggiornamento: 09-01-2021 11:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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