Dopo 92 due anni di un’esistenza molto intensa ci ha lasciati Giulio De Angelis, papà del più noto Elio la cui vita fu spezzata quasi 40 anni fa da un terribile incidente sulla Brabham di F1. Giulio era nato a Roma nel 1932. Imprenditore di successo nel settore edilizio, era molto noto nella Capitale anche per la sua passione per la velocità che trasmise al figlio. De Angelis padre non era un gentleman driver, ma un campione vero che mostrò tutto il suo valore, non sull’asfalto, bensì in acqua, nella motonautica. Prima che nascesse Elio, nel 1958, Giulio era già un campione affermato. L’anno prima, infatti, aveva conquistato il titolo europeo nella classe 700 Fuoribordo Sport.
All’inizio degli anni Sessanta non aveva rivali in Italia con il Racer 1300, per poi conquistare addirittura il Mondiale 500 nel 1965, impresa bissata sia nel 1969 che nel 1970. Dopo la scomparsa del figlio campione e compagno di squadra di Mansell e Senna, Giulio, molto in vista e parecchio benestante, finì nel mirino dei sequestratori sardi che lo rapirono il 12 giugno 1987 nella sua villa in località Piccolo Romazzino, proprio nel cuore della Costa Smeralda. De Angelis, allora cinquantacinquenne, rimase nelle mani della banda di Matteo Bove per quasi cinque mesi, fu rilasciato la sera del 31 ottobre a Bolotana in Barbagia. Del sequestro dell’imprenditore romano si parlò molto, anche per le vicende nel periodo di prigionia.
Al costruttore fu tagliato un pezzo di orecchio (pratica non nuova per il banditismo sardo) e alla sua famiglia sequestrati tutti i beni. Il riscatto, però, pare che venne pagato lo stesso, si parlò di una somma fra i 3 e i 4 miliardi delle vecchie lire. Sembra si fosse offerto al posto di De Angelis don Sergio Mantovani, il parroco del modenese molto vicino al mondo della F1 e grande amico sia di Elio che di Giulio. La notorietà di Giulio aumentò chiaramente quando Elio era uno dei volti più noti e piacevoli del Circus di Formula 1, un campione molto riservato che con le mani, oltre al volante, accarezzava anche la tastiera del pianoforte accompagnando le serate.
Elio pare avesse un pre-contratto con la Ferrari voluto dall’ingegner Enzo in persona dopo aver corso con il V6 di Maranello in F2. Ma Elio fece altre scelte, prima di lasciare la vita a soli 28 anni sul circuito Paul Ricard di Le Castellet. Dopo l’esordio alla Shadow, il pilota romano guidò sempre per la Lotus del mago Colin Chapman, vincendo 2 gran premi e conquistando 3 pole position. Memorabile la stagione dell’84 quando Elio fu il “primo degli altri” (chiuse terzo in Campionato) dopo le inarrivabili McLaren di Lauda e Prost.