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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La favolosa Maserati MC20, la prima della nuova era del marchio

Maserati MC20, inizia una nuova Era per il marchio: l'obiettivo è seguire il successo della Ferrari

di Giorgio Ursicino

“Time to be audacious”, questo è il modo con cui doveva ripartire la Maserati. Un marchio quasi unico per italianità, tradizione sportiva vincente, esclusività e fascino di alcune delle più intriganti GT che hanno fatto la storia dell’auto. Il nuovo gioiello del Tridente irrompe sulla scena in modo travolgente e lo sguardo pieno di orgoglio di John Elkann e Michael Manley (rispettivamente Presidente e Ceo di Fca) alla presentazione di Modena testimonia quanto importante sia un’eccellenza motoristica del genere per tutto il made in Italy.

Una gemma che andrà di certo ad impreziosire la vetrina di Stellantis e di cui anche il futuro Ceo Carlos Tavares, uno dei massimi esperti di ingegneria fra i numeri uno mondiali dell’automotive, non può che essere entusiasta. Auto così, con soluzioni tecniche sofisticate oltre l’inverosimile, sono merce rara. Con in più un brand tanto prestigioso sul cofano diventano un’assoluta rarità. Da questo approccio rinasce la Maserati, una Casa che ha nelle corde di seguire il percorso virtuoso e unico della Ferrari.

Il Cavalino si è staccato da Fiat Chrysler per andare in autonomia ad arricchire le casseforti di Exor. Bene, la casa di Modena è l’unica che può, almeno in parte, ripetere le magie di quella di Maranello, arrivando a sfidarla in certi campi come è avvenuto nei ruggenti anni Cinquanta. Forse non tutti lo sanno ma, quando la “Rossa” ancora non c’era (fu fondata dopo la seconda Guerra Mondiale), fu proprio la Maserati, insieme all’Alfa, ad alimentare l’epopea del mito tricolore, una leggenda senza pari in ogni angolo del globo.

Vittorie dappertutto, con piloti dal nome da brividi: Nuvolari e Varzi per citarne qualcuno, ma anche Fangio (conquistò il suo quinto titolo proprio con il Tridente) e Moss con l’avvento del Mondiale di F1. In più le due vittorie alla 500 Miglia di Indianapolis con Wilbur Show al volante di una 8CTF ribattezzata dagli americani Boyle Special. Bene, il momento di essere audaci riparte da qui, da questa essenza, dal profumo sublime di un passato più glorioso, per andare poi a cavalcare la svolta energetica e la mobilità elettrificata con l’ambizione di confrontarsi, oltre con la Ferrari, con Tesla.

Una appassionate sfida per l’Ad Davide Grasso che ha l’obiettivo di vendere 75 mila vetture l’anno quando ci sarà anche il Suv più compatto Grecale, saranno rinnovate la Levante e la Quattroporte e la produzione sarà allocata in quattro stabilimenti tutti italiani. La MC20, invece, la supercar da favola, è come un purosangue e non è solamente tutta made in Italy, ma si può fregiare della griffe “made in Modena”, la capitale della Motor Valley, la tana delle vetture ad alte prestazioni più ambite del mondo. MC20 nasce tutta qui e per il momento è l’unica gemma dell’impianto di Via Ciro Menotti che da oltre 80 anni è il quartier generale della premiata Casa.

Dopo vent’anni un propulsore torna a ruggire nelle fabbrica e si può dire che è il “cuore” dei sogni. Nel modernissimo Innovation Lab la MC20 è stata pensata, realizzata e sviluppata negli ultimi 24 mesi, oltre al reparto motori è stata allestita una linea di verniciatura per la carrozzeria che è un autentico stato dell’arte. Tutto è partito da un foglio bianco, tutto è stato creato senza compromessi per essere al vertice dalla sua esclusiva categoria. L’auto è una due posti, con motore posteriore centrale, lunga 467 cm, un’altezza di soli 122 cm e un passo generoso di 2,7 m.

La linea è bella, ricorda la MC12, ultima Maserati impegnata sui campi di gara. L’aerodinamica è stata curata nella galleria del vento della Dallara, sempre nella Motor Valley. Per facilitare l’ingresso a bordo, le porte si aprono ad “ali di farfalla”, verso l’alto. La scocca è interamente in fibra di carbonio (come le F1) per esaltare la rigidità e contenere il peso (meno di 1.500 kg la vettura completa). La parte più preziosa è senz’altro il motore, una componente che si presenta al vertice della produzione mondiale. Non c’è infatti alcun altro propulsore V6 di 90° con cilindrata inferiore ai 3 litri in grado di sviluppare 630 cv e un coppia massima di 730 Nm disponibile fra i 3.000 e 5.500 giri. Fantastico.

Per fare un paragone al di sopra di ogni sospetto, basti dire che l’opera d’arte che spinge la nuova Ferrari Portofino M ha 620 cv, ma è un V8 di 3,8 litri (però è una GT). Per arrivare a performance così elevate, i tecnici sono ricorsi, oltre alla doppia sovralimentazione, ad una specialissima testata che prevede due camere per ogni cilindro (si esalta il “fronte di fiamma”). Una tecnologia esclusiva utilizzata finora dalle powerunit di F1 ibride che per la prima volta viene utilizzata nella produzione di serie (anche se limitata, di MC20 se ne possono fare 80 al giorno).

Superbe le prestazioni: 0-100 in meno di 2,9 secondi, 0-200 in meno di 8,8, velocità massima oltre 325 km/. Le sospensioni sono a doppio triangolo sovrapposto, i freni carboceramici della Brembo, le gomme Bridgestone, le finiture interne in Alcantara, il cambio, automatico a 8 marce a doppia frizione, ha i comandi al volante. A breve arriverà la versione cabrio e poi la 100% a batterie, le prestazioni si annunciano ancora più entusiasmanti.

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Sabato 19 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 24-09-2020 08:57 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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