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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Il presidente Honda Toshihiro Mibe

Honda e Nissan sì alla fusione. Forse si aggiungerà anche Mitsubishi. L'alleato Renault «vigilerà»

di Giorgio Ursicino

Honda e Nissan non scherzano. E il mondo dell’auto conferma di essere in una fase molto delicata che potrebbe cambiare il vecchio scenario. I motivi, a livello globale, sono molto chiari ed indicati esplicitamente dalle due case giapponesi annunciando un fidanzamento forte che, a meno di imprevedibili vicende, porterà alla nascita di una nuova holding in grado di essere il terzo costruttore mondiale di veicoli, subito alla spalle di Toyota e Volkswagen. Questo, è bene sottolinearlo, basandosi sulla produzione del 2023 perché gli sbalzi delle vendite ci hanno abituati a valutare i cambi di posizione. La necessità di fondersi è spinta da una manovra a tenaglia.

Da una parte, la transizione energetica che punta sulle vetture ad emissioni zero. Sembra un’impasse tutta europea, invece è una valanga mondiale che coinvolge le altre due aree trainanti del pianeta, il Nord America e, soprattutto, l’Oriente. Dall’altra, c’è la crescita esponenziale dell’automotive di Pechino che poggia su tre gambe: crescita del mercato interno, messa in ombra dei costruttori esteri presenti in Cina e forte accelerazione delle esportazioni che scuote gli avversari a casa loro. Questa tempesta perfetta ha invitato la seconda e terza azienda del settore auto giapponese ad alzare bandiera bianca decidendo per la fusione. Ieri Honda e Nissan hanno firmato il memorandum d’intesa per valutare l’integrazione delle attività.

Una mossa obbligata quando si vogliono mettere insieme due colossi del genere, ma la volontà sembra evidente e la decisione di agire già presa. Sia Honda che Nissan, infatti, in forme diverse, avevano questa esigenza e si stavano guardando intorno. È indispensabile ridurre i costi, una necessità che nel nostro continente hanno evidenziato sia Volkswagen che Stellantis, coinvolgendo anche Renault e i costruttori premium tedeschi. È vero, Honda e Nissan sono in condizioni diverse e provengono da percorsi molto differenti, ma le motivazioni sono condivisibili. Unirsi per spalmare gli ingenti costi di sviluppo delle nuove piattaforme che non sono solo elettriche, ma anche di software per gestire le grandi potenzialità dell’intelligenza artificiale e la forte componente tecnologica della guida autonoma.

Per questo che il numero uno della Honda, Toshihiro Mibe, ha voluto spazzare il campo da ogni equivoco: non è assolutamente una manovra per salvare la Nissan. Il gigante guidato da Makoto Uchida, in realtà, non naviga in acque tranquillissime e recentemente ha annunciato un taglio alla produzione del 20% e quasi 10 mila esuberi. Di conseguenza c’è il valore in borsa che ha un rapporto da 1 a 5 fra Nissan e Honda. Basta ricordare che la prima capitalizza circa 10 miliardi di euro, la Tesla oltre 1.500 miliardi. Altri due importanti protagonisti stanno alla finestra. Mitsubishi, in parte controllata da Nissan, non ha siglato il nuovo Mou, ma ne ha firmato un altro proprio con la nuova realtà per vedere se c’è l’opportunità di salire a bordo e questo si dovrebbe decidere entro il prossimo gennaio. La Renault, da parte sua, è il principale azionista di Nissan con la quale ha recentemente rilanciato l’Alleanza. La fusione con Honda non può non interferire ed i francesi hanno fatto sapere che «vigileranno per salvaguardare gli interessi dei propri azionisti».

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Martedì 24 Dicembre 2024 - Ultimo aggiornamento: 25-12-2024 22:54 | © RIPRODUZIONE RISERVATA