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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
La Ferrar Portofino M durante la prova su strada

Ferrari Portofino M, al volante della spider GT più affascinante e prestazionale del mondo

di Giorgio Ursicino

Anche con la pandemia, il Cavallino non rallenta la sua corsa. Nell’ultimo anno, in cui l’economia del pianeta è stata fortemente penalizzata dal virus, il valore della società è aumentato di oltre il 20%. La storica barriera di 200 euro per azione, considerata il target price da molti analisti, ormai non è lontana. Fatturato e vendite hanno digerito senza troppi traumi i vari lockdown in giro per il mondo e la capitalizzazione si è avvicinata alla cifra monstre di 40 miliardi euro. Quasi quanto Stellantis che ha un potenziale di fuoco vicino ai 10 milioni di auto l’anno, mentre nell’esclusiva roccaforte Maranello ne dipingono solo diecimila. Per tenere un passo del genere, la Ferrari non ha certo beneficiato del fatto di essere una start up. I decenni di storia gloriosa alle spalle sono oltre sette. Ne si è buttata in un’isterica elettrificazione come tanto piace ai mercati finanziari che, forse, guardano più al futuro che al presente.

La premiata Casa è riuscita a spremere la parte migliore dai motori a batterie, percorrendo in progressione la virtuosa strada del contenimento delle emissioni. A Maranello guida sempre il prodotto, quindi gli ingegneri. La prova concreta di come si possano maneggiare gli elettroni tenendo in grande considerazione la maturità tecnologica e le aspettative dei clienti globali, però, esiste e si chiama SF90. Per quanto riguarda la gamma, la fabbrica delle meraviglie ha portato avanti una filosofia che ormai rasenta la perfezione e che si è fortemente consolidata nel nuovo millennio. Le Rosse sono sempre state il punto di riferimento assoluto dal punto di vista delle prestazioni. Con il tempo lo sono diventate anche per il comfort, l’affidabilità, la facilità di utilizzo e della semplicità di gestione.

Specialmente le GT sono abilissime ad essere docili docili, pronte a mostrare l’altra faccia della luna solo se chi impugna il timone lo desidera. Non ci sono molti altri gioielli in circolazione con performance del genere ad aver bisogno di controlli ogni 20 mila chilometri con tutte le operazioni di manutenzione ordinaria gratuite per sette anni. Ora che è il momento di ripartire, il brand più prestigioso della Motor Valley lancia la nuova interpretazione della GT 2+ aperta, l’affascinante spider Portofino ora griffata della lettera “M” che, in gergo ferrarista, non si ispira a Maranello, ma è l’abbreviazione di “Modificata”. Una Ferrari non dorme mai e si evolve durante il suo ciclo produttivo. Proprio come fanno i bolidi di F1 durante la stagione per restare al vertice.

La Portofino è la base dell’offerta GT del Cavallino, un abilissimo compromesso. Quasi un’arte. Per l’azienda del “Drake”, infatti, le Granturismo devono avere le prestazioni massime come tutte le proposte del marchio, ma nello stesso tempo essere super fruibili. Godibili con nonchalance in ogni situazione. Un equilibrio sopraffino. Ancora una volta i tecnici hanno superato se stessi, alzando verso la perfezione entrambe le caratteristiche in realtà quasi opposte. Per migliorare le performace gli interventi di affinamento hanno coinvolto tutta la parte meccanica. Gli Adas all’avanguardia, invece, insieme ed una rivisitazione del raffinato salotto, hanno spinto verso l’alto l’esclusivo habitat e il comfort, la cosa più sorprendente per un mostro simile.

Chi ha detto che le belve non si addomesticano? Se siete di questo avviso, la Portofino M è l’eccezione che conferma la regola. Ha dell’incredibile, infatti, con il “manettino” in Comfort, la facilità con cui riprende da 50 km/h in ottava marcia senza scalare rapporto. E la trasmissione è così dolce che, per avere certezza di cosa stia accadendo, bisogna guadare la lancetta del contagiri (come su tutte le Ferrari incastonato al centro del cruscotto) o il numero sul display che indica la marcia inserita. Se non si spinge con brutalità sul pedale del gas, la ripresa è immediata, senza alcuna esitazione o vibrazione, anche se davanti al muso la strada sale e non scende.

Ovvio che se si guida sportivamente i limiti dell’astronave siano impossibili da avvicinare se si vuole rispettare il codice della strada. Per far ciò bisogna togliere il guinzaglio alla M in pista dove si può entrare in un’altra dimensione come velocità e piacere di guida. Vale la pena di ricordare dove hanno agito gli uomini (e le donne) di Maranello. È stata realizzata una nuova trasmissione a 8 marce, più compatta, leggera e, soprattutto, rapida. Un’arma fondamentale per affermare la doppia personalità. Il capolavoro V8 di 3.855 cc, vincitore per 4 anni di fila dell’“Engine on the Year”, è stato ulteriormente sviluppato.

La potenza aumenta di venti esemplari (ora il cavalli sono 620 a 7.500 giri), la fluidità e l’erogazione ancora migliorate, con nuovi profili degli alberi a camme (sono 4) che contribuiscono all’ottimizzazione delle camere esaltando il fronte di fiamma e, quindi, la combustione. Un’opera d’arte inarrivabile per i più efficienti e futuristici propulsori elettrici.

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Domenica 2 Maggio 2021 - Ultimo aggiornamento: 06-05-2021 15:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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