Ferrari, inizia lo sprint finale ma il percorso è tutto in salita. Verstappen tiene sulla griglia la coppia McLaren
Il Circus sbarca in America accolto dai cowboys texani. Per la vecchia Europa il fuso orario del Far West non è proprio favorevole e questa sera bisognerà fare le ore piccole per seguire le qualifiche del Gran Premio degli Usa il cui semaforo verde si accenderà alle 23 in punto ora nostrana. La gara sprint, invece, scatterà alle 19. La stagione volge al tramonto e proprio ad Austin inizia lo sprint finale che si giocherà tutto in sei gare da disputare interamente nelle Americhe e nel Golfo degli emiri. C’è ancora carne al fuoco da gustare, ma in autunno l’atmosfera del paddock vive già nella stagione successiva.
Quest’anno più che mai perché nel 2026 inizierà un nuovo ciclo regolamentare considerato da tutti come una vera rivoluzione. Consegnato matematicamente il titolo Costruttori alla McLaren, c’è in palio ancora quello Piloti ed il secondo posto fra i team. Per il primo, in realtà, la sfida sembrava un duello riservato agli alfieri della McLaren, ma il re in carica ormai da un quadriennio non sembra disposto a deporre le armi e pure a livello dialettico approfitta di ogni occasione per buttare benzina sul fuoco. Anche a ragione perché, se a Singapore non fosse improvvisamente risorta la Mercedes, l’olandese avrebbe infilato tre trionfi di fila. Per la piazza d’onore fra i team i giochi sono più aperti con almeno tre squadre pronte a lottare.
C’è la Mercedes, che deve confermare lo scatto di reni, la Red Bull, con il destino legato alle imprese del fenomeno, e la Ferrari vicecampione in carica. Il titolo di “primo dei perdenti” potrebbe non essere così importante, ma paradossalmente lo è per Maranello che, se finisse in quarta posizione senza magari aver vinto nemmeno una gara, passerebbe un inverno con il morale sotto i tacchi proprio all’alba della nuova era. Uno scenario scorbutico per il Cavallino che continuerebbe ad alimentare le voci sull’assetto della struttura. Quest’estate, Elkann e Vigna, dopo accurate riflessioni, avevano puntato sulla continuità bene primario in F1, ma c’era la speranza di un recupero autunnale che finora non c’è stato e che pesa come un macigno sull’umore dell’equipe.
In più, c’è un fantasma che aleggia sulle macerie che viene abbinato alla sorti del Cavallino: Chris Horner, uno dei team principal più vincenti di tutti i tempi, è libero e fare due più due può diventare semplice e spontaneo, mettendo pressione a Frédéric Vasseur fresco di rinnovo contrattuale. Ieri si è sentito il solito Leclerc che cerca di pensare positivo prima dei weekend: «Sono deluso, ma non depresso, siamo indietro ma possiamo ancora recuperare. La mia unica ossessione è vincere con la Ferrari». Super Max mena mazzate in pista e fuori: «Se ci fossi stato io in McLaren, forse non si parlerebbe di Papaya rules...». Come a dire: sarei già campione del mondo.
Il 2026 è comunque alle porte e i cambiamenti non saranno solo tecnici, sia a livello di vetture che di power unit. Lo stravolgimento tecnologico si porterà dietro anche quello regolamentare. Innanzi tutto l’arrivo della Cadillac porterà probabilmente ad eliminare 6 vetture invece di 5 dalla Q1 e dalla Q2. Ancora più rilevante l’utilizzo del nuovo SLM che prenderà il posto del DRS. Quest’ultimo era utilizzato solo in particolari situazioni, in scia ad un avversario e quando non c’erano problemi di sicurezza (safety car o pista bagnata). L’SLM, che coinvolge l’aerodinamica attiva anche all’anteriore, invece, verrà utilizzato sempre perché, escludendolo, i nuovi bolidi non potrebbero funzionare.

