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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Charles Leclerc a Baku

Ferrari, Baku s'inchina a Leclerc, ma le Red Bull in gara sono di un altro pianeta

di Giorgio Ursicino

Un risultato annunciato. E uno spettacolo, tutto sommato, poco entusiasmante. Non si capisce perché la Federazione accorci i tratti in cui è consentito aprire l’ala mobile e, anche nel lunghissimo rettilineo di Baku, sorpassare diventa impossibile. Le uniche vetture che riescono a farlo, con una facilità disarmante, sono, manco a dirlo, le Red Bull che impiegano un attimo ad azzannare la Ferrari di un concretissimo Leclerc ed a sfilare, imprendibili, verso la vittoria. Oltre la superiorità assoluta nel gestire le Pirelli in condizioni da gara, la vera arma per dominare la scena, le astronavi di Adrian Newey hanno un “Drs” fulminante, un boost simile al vecchio turbo che, quando iniziava a soffiare, ti dava un calcio nella schiena. Una magia in grado di mandare in stallo tutte le appendici aerodinamiche posteriori, sulla quale gli ingegneri della F1 stanno impazzendo per scoprire il segreto del funzionamento.

Un po’ a sorpresa trionfa quel bravo ragazzo di Perez che tiene a bada un campione del mondo apparso lontano dai suoi giorni migliori. Un filo nervoso. Quasi scocciato. Conclude un weekend capolavoro Leclerc che, finalmente, senza imprevisti, riesce ad agguantare il podio quest’anno. Un risultato che, senza sfortuna e con meno nervosismo, poteva essere suo in tutti i gran premi. Non sarebbero cambiati, invece, i primi due posti sotto la bandiera a scacchi. La RB vince la quarta gara di fila, centra la terza doppietta ed, a bottino quasi pieno da quando si sono aperte le ostilità, dà l’impressione di non affondare il colpo per non esternare tutta la sua superiorità. Il resto è routine, con tre scuderie apparse, in gara, più o meno sullo stesso piano. Rimaste in corsa come erano partite, per la difficoltà oggettiva di ribaltare le posizioni.

Ai piedi del podio, e con il fiato sul collo del principino in rosso, si è piazzato un tostissimo Alonso con l’Aston Martin, per la prima volta nel 2023 rimasto senza champagne. Staccati di quasi lo stesso ritardo rimediato dal tandem Charles-Fernando dai vincitori (una ventina di secondi), si sono piazzati nell’ordine un opaco Sainz, un ruggente Hamilton, Stroll e Russell, portando i quattro team più in palla ad occupare i primi otto posti. Quinta forza si è confermata la McLaren con i ragazzini Norris e Piastri quasi in scia fra i quali si è infilato il giapponese dell’AlphaTauri Yuki Tsunoda.

Non è facile capire se l’Aston ammiraglia fosse più rapida della Ferrari di Charles o se la Mercedes migliore avesse un passo più svelto della SF-23 di Carlos perché, nonostante i tentativi, non c’è stata possibilità di sorpasso per il buon comportamento del Cavallino in velocità massima, anche senza ala mobile. Il giro più veloce è andato a Russell che ha montato nel finale un treno di soft morbide, ma Perez, Verstappen, Leclerc e Alonso hanno girato nel finale con le bianche dure tutti, più o meno, sullo stesso tempo.

Ciò lascia pensare che le belve austriache non abbiano fatto gara libera fino al traguardo. Horner, se non ha “consigliato” di mantenere le posizioni, ha ordinato di tagliare la potenza per non scoprire le carte e, soprattutto, salvaguardare le componenti che sono rigorosamente contingentate. Nella prima parte, infatti, con i serbatoi pieni, le RB rifilavano oltre un secondo a tutti e l’ottimo Charles forse l’ha notato visto che non mostrava una grande gioia per il primo podio: «Sono contento, abbiamo fatto bene. Certo, in gara, le Red Bull sono imprendibili...».

Vasseur fa il suo e non è affatto facile, ma esterna soddisfazione per aver indirizzato le cose nella maniera migliore: «Un buon lavoro, un weekend positivo. Abbiamo conquistato due pole e siamo saliti sul podio. Siamo stati concreti facendo un passo avanti. È quello che dobbiamo fare. A Miami arriveranno degli aggiornamenti ed altri nelle gare successive, speriamo di avvicinarci». Sainz archivia un fine settimana da dimenticare: «Bravo Fernando, mi ha passato bene perché io mi sono tenuto lontano dell’altra Ferrari. Ma sarebbe stato lo stesso perché io non avevo il suo passo».

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Lunedì 1 Maggio 2023 - Ultimo aggiornamento: 03-05-2023 17:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA