
Antonelli fenomeno a Miami: conquista la pole position nella gara Sprint, è il più giovane di sempre
Sarà pure una gara Sprint, ma è pur sempre una pole. Kimi sorprende sempre di più. Ad appena 18 anni, alla sua sesta gara in F1, il ragazzino di Bologna mette tutti in fila e si prende la partenza al palo sull’impegnativo circuito di Miami. Antonelli quel tracciato non l’aveva mai visto, ci aveva girato solo al simulatore. A disposizione c’era stata solo un’ora di prove libere e la Mercedes non aveva utilizzato le gomme soft perché la sessione è stata interrotta in anticipo a causa del crash di Bearman. Nella Q3 aveva un colpo secco, con una mescola mai provata su questa pista. Si è abbassato la visiera e, con grande nonchalance, si è messo tutti alla spalle, anche i fenomeni che lottano per il Mondiale.
«Non me l’aspettavo», ha commentato il predestinato appena sceso dalla monoposto molto più calmo è tranquillo di tutti gli altri forse più consapevoli dell’impresa dell’italiano. Non è un record assoluto perché il più giovane ad avere conquistato una vera pole rimane Verstappen che ci è riuscito a 21 anni, ma quel primato sinceramente Kimi se lo prenderà. Dietro al baby tricolore le due favoritissime McLaren, poi il neo papà superMax, quindi il compagno e caposquadra Russell, il primo ad andarsi a complimentare con l’italiano quando era ancora nell’abitacolo. Sesta e settima la Ferrari, con Charles ancora davanti a Lewis, ma questa volta di un soffio.
Oggi pomeriggio, alle 18 italiane, si spegnerà il semaforo della gara Sprint e Kimi non si tirerà indietro, non pensa di essere li per caso: «Vediamo. Certo finora ho capito che queste vetture quando viaggiano in aria pulita vanno meglio. Cercherò di partire bene e voglio rimanere in testa il più possibile...». La Ferrari ha attraversato l’Atlantico con la stessa SF-75 vista a Jeddah, ma ha cambiato colore così come le tute dei piloti per festeggiare l’anno di partnership con il suo main sponsor HP. La copertura della power-unit è dipinta di azzurro e bianco, le tinte dell’azienda statunitense.
Max Verstappen è arrivato in circuito con il suo jet solo giovedì notte, con tanto di permesso federale per saltare la prima giornata dedicata ai media che fa parte a tutti gli effetti dell’evento. Il motivo del fenomeno era più che valido: è diventato per la prima volta papà. La bambina si chiama Lily, la madre è Kelly Piquet, figlia di Nelson. In casa Ferrari non ci sono aggiornamenti anche perché a Miami c’è la seconda Sprint Race dopo quella cinese e quindi è prevista una sola ora di prove per fare verifiche e comparazioni. Fred Vasseur ha anticipato che è stato fatto un lavoro particolarmente accurato al simulatore per mettere la monoposto in terra già con l’assetto adeguato.
L’unico precedente stagionale a Shanghai lascia ben sperare ma la situazione sembra diversa. Lewis in Cina fece un grande inizio di settimana con pole e garetta del sabato in bacheca, ma dopo quell’acuto ha avuto diversi problemi di feeling con la Rossa e non è più riuscito a graffiare: «In tutti i weekend abbiamo cambiato molto la vettura, ma non ho mai trovato miglioramenti. Continuo a lavorare senza ascoltare l’esterno, non è facile cambiare dopo tanti anni, serve tempo per trovare gli automatismi, non riesco ancora a sfruttare il tutto come fa Charles». Leclerc viene da una situazione opposta, ma supporta la tesi di Hamilton: «Stiamo spingendo molto sugli assetti per trovare più performance, la SF-75 è migliorata in velocità, ma è impegnativa da guidare. Io sono sette anni che sto qui, sono abituato a lavorare in questa atmosfera».