La Seat Ibiza storica esposta a Padova

Omaggio Seat per i 35 anni: una festa per la mitica Ibiza

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

PADOVA - Negli anni 50 c’era la Fiat 1400 con marchio Seat, e poi ci sono state la 600, la 850, la Marbella derivata dalla Panda, la Ronda “figlia” della Ritmo… finché la Casa spagnola non s’è affrancata dal rapporto con gli amici torinesi, mettendosi prima in proprio, e poi lasciandosi abbracciare da Volkswagen Group, che dal 1985 l’ha trasformata in un’azienda moderna, capace di investire in ricerca e sviluppo e di registrare crescite di produzione, vendite e fatturato mai viste prima.
Oggi, grazie anche alla guida di un bravo manager italiano (Luca De Meo) Seat esporta l’80% della produzione, è presente in 80 paesi di 5 continenti, nel 2018 ha totalizzato 517.600 consegne, la cifra più alta mai registrata in 68 anni, e nel 2019 si avvia verso un altro record, avendo toccato nei primi 9 mesi 454.800 immatricolazioni (+9,4%). Se non bastasse, da una costola di Seat è nato due anni fa il marchio Cupra e intensa è l’attività progettuale mirata all’elettrificazione, come testimoniato dai concept el-Born e Tavascan.

Poteva un marchio con una storia così interessante trascurare un evento come Auto e Moto d’epoca? Certo che no. E infatti Seat si è presentata per la prima volta nella rassegna patavina per celebrare i 35 anni di vita della Ibiza, il modello spagnolo più venduto di sempre (oltre 5,4 milioni di unità) e per illustrare ciò che bolle in pentola sul fronte dell’innovazione: un modo per esaltare la propria storia e per tenere viva l’attenzione del pubblico più giovane. «E’ bene sottolineare – ha detto in proposito Pierantonio Vianello, direttore di Seat Italia – che abbiamo la clientela più giovane del mercato e la Leon viene acquistata quasi esclusivamente da millennials».

Il successo senza fine della Ibiza lo si deve anche all’imprinting stilistico dato a suo tempo da Giugiaro, che firmò la prima serie e aggiornò la seconda prima di passare il testimone a Walter de Silva, altro guru del design italiano. Quarta e quinta serie sono state affidate poi al belga Luc Donckerwolke e allo spagnolo Alejandro Mesonero-Romanos, attuale capo del Centro Stile di Barcellona.
I due eredi dei maestri italiani hanno modernizzato l’Ibiza salvaguardando la personalità dell’auto, diventata con il tempo il modello più carismatico del marchio spagnolo.

Un marchio in piena evoluzione, come testimoniato dal concept el-Born esposto a Padova accanto alla Cupra Tavascan. El-Born prefigura una vettura compatta a emissioni zero predisposta per la guida autonoma di livello 2: realizzata sul pianale MEB, la piattaforma modulare per auto elettriche sviluppata da VW Group, dispone di una potenza di 204 cv e assicura un’autonomia di 420 km, con tempo di ricarica di 47 minuti (per l’80% dell’energia). Dopo l’anteprima a Ginevra, a Padova è stato confermato che el-Born diventerà un’auto di produzione nel corso del 2020 e verrà commercializzata a meno di 30.000 euro.

Nel caso della Cupra Tavascan, invece, l’obiettivo è illustrare come un Suv 4x4 a emissioni zero può interpretare la sportività esaltando l’aerodinamica e la leggerezza (grazie alla fibra di carbonio). La motorizzazione è affidata a due unità elettriche per una potenza complessiva di 306 cv, ricarica in 30’ e autonomia di 450 km.
 

  • condividi l'articolo
Sabato 9 Novembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 14-11-2019 14:27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
1 di 1 commenti presenti
2019-11-12 10:57:19
all'epoca grande auto