Un Giancarlo fisichella molto concentrato prima del via in una gara a Vallelunga

Fisichella: «Dai picnic sulle tribune all'esordio in F3, Vallelunga dà sempre un'emozione unica»

di Franco Carmignani
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Con le sue tre vittorie mondiali in altrettanti Gran Premi di F1 e diciannove podi, Giancarlo Fisichella appartiene alla ristretta cerchia dei campionissimi romani. Come tale non ha mancato di frequentare la pista di casa, dapprima nell’intensa fase della F3, dove ha vinto il Gran Premio Campagnano nel 1994 con una Dallara-Opel, poi nei test con l’Alfa DTM, che l’hanno lanciato nel gotha internazionale. Una volta affermato in F1 “Fisico” è tornato più volte come testimonial, e più recentemente come pilota Ferrari. Proprio con una 458 Italia dell’AF Corsea è stato protagonista assoluto delle 6 Ore del 2010 e del 2011.

«Il mio legame con Vallelunga comincia già da quando ero bambino. Le prime gare a cui ho assistito dal vivo sono state proprio a Vallelunga, dove mio padre mi portava sin da piccolissimo. Mi ricordo la F2 e tutte le altre categorie di contorno. Ci sistemavamo in tribuna, e facevamo il classico pic-nic. Una cosa bellissima. Poi ovviamente i primi contatti come pilota, i primi giri con una F3 quando avevo diciotto-diciannove anni. Con la F3 ho fatto la prima gara, in F3 ho vinto, e anche di questo conservo un ricordo bellissimo. Ho effettuato anche un test DTM. Quello che mi dispiace è non averci mai corso con la F1! E arriviamo alle ultime 6 Ore del 2010 e del 2011».

«Vallelunga oltre ad essere il circuito di casa, tra l’altro abito a dieci minuti di distanza dal circuito, ha dunque rappresentato il trampolino di lancio verso la monoposto e poi verso le ruote coperte, come a suo tempo lo era stata la Pista d’Oro per il kart. Mi piace il tracciato, e vengo spesso perché ho anche altri impegni come il servizio che abbiamo fatto con “Le Jene” a metà novembre 2011, la Guida Sicura, le varie riunioni che organizzo come Presidente della Sottocommissione CSAI Velocità, le Premiazioni ecc. In effetti Vallelunga è diventata un centro dove ci si lavora quasi tutti i giorni».

«In tutti questi anni l’impianto è evoluto sotto tutti i punti di vista, a partire dai box, ampliati e resi più confortevoli, per finire con l’allungamento del circuito. Da una parte mi è dispiaciuto perdere la conformazione originale della Trincea che si percorreva in pieno, ed era molto difficile, e ci voleva davvero il…pelo. Però d’altra parte è stata migliorata la sicurezza».

«Come pista la definirei molto tecnica, ha diversi tipi di curve, ed è un circuito selettivo, duro per le gomme. Ci sono molti punti dove si può guadagnare tanto. Uno di questi può essere il Curvone, sempre in relazione alla categoria in cui si corre. Infatti in alcuni casi si fa facilmente in pieno, mentre in altre situazioni, con le vetture a ruote coperte, pochi ci riescono. Poi le curve molto tecniche tipo la “Esse” e il “Tornantino” dove puoi guadagnare tanto. Anche l’ultima curva parabolica, la Roma, è importantissimo farla bene perché poi si riporta tutta la velocità sul dritto».

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Mercoledì 13 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 14-06-2018 13:02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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