
Toyota FT-Me, anche il costruttore giapponese pensa ad entrare nel mercato delle microcar

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Toyota ha presentato al Kenshiki l’FT-Me concept, quadriciclo elettrico con il quale dimostra l’intenzione di puntare al mercato sempre più ampio della micromobilità che potrebbe completare la gamma del costruttore giapponese a breve sfruttandone tutta l’esperienza maturata con le kei-car e nei grandi eventi sportivi come le Olimpiadi e le Paralimpiadi dove la casa di Nagoya ha schierato migliaia di mezzi, tra cui oltre 250 APM (Accessible People Mover) che hanno percorso ben 3 milioni di chilometri.
FT-Me è una sigla che vuol dire Future Toyota Micromobility electric e identifica un mezzo a trazione elettrica lungo meno di 2,5 metri. Il design è stato messo a punto dal centro stile Toyota Europe Design Development (ED²) che la casa ha ad Antibes, in Costa Azzurra e dove da molti anni ormai opera l’italiano Elvio D’Aprile, autore anche della FT-Me il cui stile è ispirato a quello di un casco jet. Un modo dunque per riallacciarsi idealmente al bisogno di sicurezza e ad un’altra forma di mobilità individuale cittadina (la moto e lo scooter) che impiega meno spazio, risorse e denaro.
Sono anche questi i fattori che stanno spingendo fortemente il mercato dei quadricicli – detti comunemente minicar o microcar – le cui vendite, secondo Dataforce, in Italia hanno superato nel 2024 le 21mila unità con un aumento del 25,8% all’interno del quale spicca un altro dato: gli elettrici sono aumentati del 49,4% e occupano il 62% del totale. Una progressione dovuta all’ingresso di Stellantis con la Fiat Topolino e la Citroën Ami, al rilancio di Renault con il Mobilize Duo, senza contare la Nissan Silence S04, ma anche al diradamento dell’offerta di citycar dal prezzo accessibile.
Sta seguendo una vera e propria esplosione dell’offerta da parte di attori consolidati del settore dei quadricicli e l’arrivo di molti altri che puntano su stile, comfort e la possibilità di muoversi liberamente all’interno dei centri cittadini. E poi ci sono le case automobilistiche che, di fronte alla difficoltà di poter offrire mezzi piccoli e accessibili con le restrizioni imposte dalle normative sulle emissioni e la sicurezza, non vogliono però perdere i loro clienti e contano sulla potenza del loro marchio e la loro presenza sul territorio per limitare quantomeno i danni e intercettare una clientela nuova e giovane.
La Toyota non vuole essere da meno e il concept presentato a Bruxelles lo dice chiaramente. Non se ne conoscono i dati tecnici fondamentali ma, del resto, ci sarebbe poco da dire: le due classi di omologazione per i quadricicli sono la L6 (fino a 45 km/h guidabile a 14 anni) e la L7 (fino a 80 km/h) dove le elettriche godono di molti vantaggi come la maggior potenza sia per le L6e (6 kW invece di 4 kW delle termiche) sia per le L7e guidabili da 16 anni e che possono avere fino a 15 kW rispetto agli 8 kW delle termiche. Quello che invece può fare la differenza è l’autonomia. In questo gli uomini di Toyota parlano di «almeno 100 km».
Dunque meno delle concorrenti che, in qualche caso, dichiarano anche più di 200 km. Ma la FT-Me ha un asso nella manica: il tetto fotovoltaico che è in grado di raccogliere energia per percorrere 20-30 km ogni giorno, in molti casi più di quanto serva agli utilizzatori di questo tipo di mezzo e a costo zero. La Toyota ha già applicato da molti anni il tetto fotovoltaico sulla Prius ibrida plug-in, ma l’effetto è ovviamente assai inferiore. Va anche detto che si tratta di una soluzione ancora costosa, ma che sta facendo passi da gigante in particolare per i pannelli ultrasottili e flessibili che si applicano come adesivi. Il tempo per una loro effettiva diffusione è di circa 5 anni.
Dunque sarà difficile vederli alla prima apparizione della FT-Me di serie, qualora ne fosse decisa la produzione, ma quel che è sicuro è che un mezzo di questo tipo occupa un terzo della superficie di una normale auto. Di più, le automobili in città occupano 2/3 dello spazio, ma assicurano 1/3 dei trasferimenti. Inoltre, secondo i calcoli di Toyota, ci vogliono 24 FT-Me per pareggiare il consumo energetico di una sola auto elettrica. Con la FT-Me si può ridurre l’impronta di CO2 di un veicolo del 90% calcolando soprattutto le risorse necessarie per costruirlo, grazie anche all’utilizzo di materiali riciclati, e non solo per alimentarlo con consumi pari ad un terzo di un’automobile elettrica.
Quanto a questi ultimi due fattori, va detto che un quadriciclo si ricarica più facilmente – ed economicamente – a casa, ma non si sa ancora se la Toyota provvederà a costruirlo da solo o appoggiandosi ad un partner. Di sicuro, al netto di tutti gli elementi da concept, la FT-Me ha uno stile piacevole, le luci poste in alto, al riparo da qualsiasi urto in modo da ridurre le spese di gestione, una visibilità particolarmente curata per poter vedere a 360 gradi e un sistema di abbattimento del sedile passeggero sufficiente ad accogliere oggetti lunghi fino a 1,6 metri.
Interessante anche l’abitacolo per il suo aspetto e per altre soluzioni come i comandi di guida concentrati sul volante di forma rettangolare, fattore che la rende guidabile senza modifiche da parte di persone portatrici di disabilità. L’elettronica di bordo inoltre promette una connettività avanzata permettendo una perfetta integrazione con i dispositivi esterni e soprattutto con i servizi di mobilità integrata, un business al quale Toyota sta dedicando molto spazio con il marchio Kinto permettendo ai propri clienti di accedere ad un ecosistema di servizi sempre più ampio e articolato.