Bill Ford con sullo sfondo la nuova GT con cui puntare a vincere la 24 re di Le Mans

Bill Ford scrive per Il Messaggero: l'Ovale Blu nato in pista, la 24 Ore di Le Mans è il mito

di Bill Ford
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LE MANS - Ford Motor Company è nata in pista. Se penso alla storia della mia famiglia, e a quella del mondo delle corse, mi rendo conto che non è possibile in alcun modo scinderle. Descriverle come entità distinte. Nel 1901, il mio bisnonno Henry Ford vinse la “Sweepstakes”. All’epoca era una corsa nella quale un gentleman poteva affermare la propria reputazione di buon pilota. Ma era anche l’occasione per dimostrare la propria capacità di innovare, di identificare e applicare soluzioni d’avanguardia nell’ingegneria dell’auto. Henry Ford aveva realizzato una vettura da gara con la quale scese lui stesso in pista gareggiando contro Alexander Winton.


Il suo avversario era considerato uno dei piloti più veloci al mondo ed era favorito non solo perché aveva molta più esperienza, ma perché la sua auto era tre volte più potente. Ma il mio bisnonno vinse lo stesso, e se ci riuscì fu grazie all’innovazione. La sua auto era dotata di una delle primissime forme di pneumatici “tubeless”, una tecnologia assolutamente embrionale per l’epoca, e l’alimentazione avveniva tramite un ingegnoso sistema di iniezione meccanica. Le candele erano state fatte appositamente realizzare in ceramica da un dentista e assicuravano al motore un’affidabilità superiore e una maggiore regolarità di funzionamento. Henry Ford stupì tutti e segnò il suo nome nell’albo d’oro della storia delle corse. L’anno successivo un’altra vettura Ford da lui realizzata, la leggendaria 999, vinse ancora contro Winton. Grazie a quella corsa il mio bisnonno riuscì ad assicurarsi gli investimenti che gli permisero di dare vita a quella che oggi conosciamo come Ford Motor Company.


Dunque non è una forzatura affermare che Ford Motor Company è letteralmente nata in pista. Mi innamorai delle atmosfere dei circuiti molto presto, da ragazzino. Uno dei miei ricordi più cari legati alle corse mi riporta al 1968 e a uno degli eventi più grandiosi del motorsport, la 500 Miglia di Indianapolis. In quell’occasione mio padre guidò la “pace car”, una Ford Torino. Alcuni anni prima, mio zio Henry Ford II era in trattativa per acquisire Ferrari, ma la sua offerta era stata respinta da Enzo Ferrari, suo buon amico. In quegli anni entrambi avevano preso in considerazione l’idea di unire le proprie forze, ma alla fine Ferrari decise di seguire un’altra strada e chiese a Gianni Agnelli di occuparsi della sua scuderia. Fu in quel momento che mio zio decise di sfidarlo, e il terreno su cui sarebbe avvenuto uno dei più grandi duelli della storia era l’asfalto della pista di Le Mans. Una Ford Model T aveva già corso, più di 40 anni prima, in quella che fu la prima edizione in assoluto della 24 Ore di Le Mans, ma quello che avvenne nel 1966 è scritto nel capitolo più epico della storia delle corse. Noi eravamo ancora gli sfidanti e i nostri precedenti sforzi non erano stati accolti con grande rispetto dai nostri avversari. Ma quell’anno, a Le Mans, le nostre GT40 arrivarono prima, seconda e terza, occupando tutte le posizioni del più memorabile dei podi. La GT40 era un’auto spettacolare, ma era anche il nostro primo vero progetto nato per competere contro auto europee, sui circuiti europei. Alla fine vincemmo, e con stile. Quest’anno celebriamo il 50esimo anniversario di quella straordinaria vittoria. Sono profondamente orgoglioso della nostra tradizione sportiva e dei nostri successi conquistati sui circuiti di tutto il mondo. Ma quello che mi affascina di più è ciò che deve ancora accadere. È il 2016 e siamo pronti per tornare a Le Mans, con un’auto straordinaria e un team partner, Chip Ganassi Racing, su cui riponiamo grande fiducia.

Quando ho visto per la prima volta un rendering della nuova Ford GT, l’emozione è stata incredibile. Avevamo già prodotto una moderna GT, nel 2003, per celebrare il centenario di Ford Motor Company. Ma si trattava di un tributo alla GT40, una rivisitazione in chiave contemporanea di un classico senza tempo, non era un’auto progettata per confrontarsi tra i cordoli. La nuova GT è stata invece concepita sin dall’inizio per essere una vera auto da corsa. La versione stradale e quella da gara sono state infatti sviluppate contemporaneamente dallo stesso Team, per assicurarci che entrambe fossero all’altezza della leggenda che rappresentano.

Nel mio lavoro, devo prendere spesso decisioni difficili, ma approvare il progetto GT non è stata tra queste. Al contrario, è stata una delle più semplici in assoluto. È stato sorprendente assistere alla velocità e alla fluidità con cui il progetto prendeva forma incontrando pochissima resistenza. Eravamo focalizzati esclusivamente sul fare le cose nel modo migliore. E quando ho visto la GT per la prima volta dal vivo mi sono fermato, ho trattenuto il respiro per alcuni istanti e ho pensato: «È semplicemente spettacolare». La Ford GT è la massima espressione della nostra filosofia per la quale le prestazioni diventano strumento per produrre innovazione. E non è solo una celebrazione del nostro passato, ma una dichiarazione d’intenti che indica le nostre direzioni future. La versione da gara della nostra supercar è sviluppata sulla base della stradale, che per noi è stato un vero laboratorio di ricerca. Le innovazioni sono innumerevoli, dall’aerodinamica ai materiali ultraleggeri come il carbonio, e si esprimono tutte ai massimi livelli.

Il propulsore è un EcoBoost V6 bi-turbo, un connubio perfetto di potenza ed efficienza. Chi avrebbe mai scommesso che avremmo montato un V6 in una supercar? Invece per scendere in pista abbiamo scelto un motore disponibile anche a bordo di nostri modelli di volume. Anche questo è un chiaro messaggio che indica dove stiamo andando. La Ford GT non è solo un concentrato di innovazione che adotta tecnologie sulle quali i nostri team hanno lavorato negli ultimi anni, ma anticipa ciò che i nostri clienti troveranno a bordo dei futuri modelli di volume Ford, soluzioni che ci aiuteranno a cambiare ancora una volta il modo in cui il mondo si sposta e ad affrontare le sfide della sostenibilità e della mobilità del domani. Ma oltre a essere un laboratorio di ricerca su cui sperimentare soluzioni adottabili trasversalmente rispetto alla gamma Ford, la GT è un’auto concepita per essere quanto di meglio possa esistere in termini di esperienza di guida.

Non vogliamo che chi la compra la conservi come una reliquia o che venga esposta in qualche museo. Vogliamo che ogni esemplare, in tutto il mondo, scenda sulle strade. Io stesso ho riservato per me la GT n.1 e ho intenzione di guidarla quanto più possibile. È l’auto senza compromessi per gli amanti della strada e delle emozioni. Manca poco all’appuntamento più atteso dell’anno. Abbiamo una nuova auto, un nuovo team e nuovi piloti. Per loro e per noi, Le Mans è la sfida definitiva.
 

 

 

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Sabato 18 Giugno 2016 - Ultimo aggiornamento: 07-07-2016 08:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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