La nuova Porsche Cayenne

Cayenne sorprende sempre, con i freni al tungsteno il gioiello Porsche è prestazionale e green

di Nicola Desiderio
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ZUFFENAHUSEN - La nuova Cayenne avrà freni splendenti, che durano di più, producono meno polveri e sono capaci di assicurare anche spazi frenanti migliori, ma non sono quelli carboceramici bensì i nuovi freni con disco metallico e, per la prima volta al mondo, rivestiti di carburo di tungsteno che, secondo la casa di Zuffenhausen, migliora le caratteristiche sia funzionali sia estetiche dell’impianto confermando la superiorità in questo campo.
 

 

Come lei non frena nessun’altra. È infatti noto come la Porsche sia il costruttore automobilistico che riserva l’attenzione migliore ai freni attraverso standard di prova massacranti, in grado di mandare letteralmente in fumo dischi, pastiglie e impianto idraulico di qualsiasi sistema e dal quale invece ogni Porsche deve uscire perfettamente indenne se vuole chiamarsi Porsche. Un’attitudine maturata sin dalla 911, un’auto naturalmente favorita in frenata vista la distribuzione dei pesi sbilanciata verso l’assale posteriore, ma che ha permesso ai tecnici di Zuffenhausen di maturare negli anni un’attitudine e un’esperienza trasferite poi su tutte le altre vetture in gamma. E questo vale sia per l’impianto con dischi carboceramici sia per quello con dischi metallici.

La ghisa grigia di Tungsteno vestita. Ora Porsche propone per la prima volta sulla nuova Cayenne un’altra innovazione che sarà disponibile con i cerchi da 20 o da 21 pollici. Al posto dei dischi in ghisa grigia “nuda”, il nuovo impianto li ha rivestiti di uno strato di carburo di tungsteno dello spessore di 5-10 micron e applicato attraverso un procedimento di iniezione a caldo sul disco finito. Quello anteriore è del tipo compound, ovvero con rotore imbullonato sul mozzo in alluminio, mentre quello posteriore è del tipo monoblocco.

 

Questo trattamento dà al disco un coefficiente d’attrito superiore che però, per essere sfruttato, ha bisogno di pastiglie specifiche. Nessuna variazione invece per il liquido dell’impianto idraulico e per le pinze, anteriori a 10 pistoncini e posteriori a 4 pistoncini, in entrambi i casi forniti dalla giapponese Akebono. Altri componenti provengono invece dalla italiana Brembo, storico partner di Zuffenhausen. Dalla concittadina Bosch – anche lei ha base intorno a Stoccarda – vengono forniti invece i dischi che ricevono poi in fabbrica il trattamento finale, messo a punto dalla stessa Porsche.

Inquinano meno, durano di più e sono più belli. Secondo Porsche, i dischi in ghisa grigia rivestititi in carburo di tungsteno offrono una frenata leggermente migliore, una resistenza alla fatica equivalente, ma con una durata doppia – si parla di un intervallo di sostituzione che passa da 30.000 a 60.000km –, una minore produzione di polveri sottili, a vantaggio dell’ambiente e della salute, della pulizia del cerchio e con una resa estetica superiore. Tra i difetti infatti della ghisa grigia, oltre al peso, c’è anche la tendenza a all’ossidazione superficiale che il nuovo rivestimento elimina alla base. Oltre a questo, l’aspetto è decisamente più brillante, quasi argenteo e aggiunge ulteriore pregio alla nuova Cayenne.

Così come nel caso dell’impianto carboceramico, che sarà ovviamente disponibile a richiesta, i freni al tungsteno si riconosceranno dal colore delle pinze: bianco in questo caso, contro il giallo dei dischi compositi che rimangono ancora la soluzione più avanzata per potenza, ma soprattutto per resistenza alla fatica, all’usura e per leggerezza, con benefici sulle masse non sospese e dunque sul comportamento delle sospensioni, a tutto vantaggio sia del comfort sia della tenuta di strada.

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Venerdì 1 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 06-09-2017 11:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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