Il pneumatico Vision concept svelato al Movin'on in Canada

Vision concept, al Movin’on in Canada Michelin svela la gomma del futuro

di Nicola Desiderio
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MONTREAL - Il simbolo della fortuna, della semplicità ma anche della perfezione, del tempo che passa ma anche della immutabilità di una forma geometrica, ferma sin dalla notte dei tempi in qualche categoria trascendentale e che qualcuno seppe trasformare all’improvviso in progresso e movimento per il genere umano. «La perseveranza è rispetto al coraggio, ciò che è la ruota rispetto alla leva; il perpetuo rinnovarsi del punto di appoggio» scrisse Victor Hugo ne “I lavoratori del mare” facendo di lei un’analogia a metà tra l’etica e la fisica. Sì, parliamo proprio della ruota, di quell’oggetto che, nel caso dell’automobile, non sappiamo immaginare altrimenti come un cerchio metallico circondato da un tubo di gomma gonfio d’aria chiamato pneumatico.

Una combinazione praticamente immutabile, che molti hanno provato a cambiare o perlomeno a variare, sia dal punto di vista tecnico ed estetico, con risultati però alquanto limitati. “Non c’è una gomma che ancor che non si buca” è un verso ancora valido, anche se c’è quella runflat che ti permette di tornare a casa senza cambiarla. Qualcuno poi ha provato a colorarla, ma con scarso, scarsissimo successo. Chi fa pneumatici non ha però mai rinunciato rendere la ruota dell’auto man mano più leggera, resistente, ma soprattutto più sicura ed attaccata alla strada in ogni condizione eppure più durevole e persino più scorrevole e amica dell’ambiente. Il tutto però senza mai riuscire a cambiarla nella sostanza.

Qualcuno, come Michelin, ci ha provato con il Tweel, la ruota senza aria che fonde il cerchio con lo pneumatico, anche linguisticamente – tweel è l’unione dell’inglese tyre (pneumatico) e wheel (cerchio) – ma per ora è confinata a mezzi come le mini car per i campi da golf. Eppure alcuni di quei concetti saranno sicuramente nella ruota del futuro che il costruttore francese immagina nel Vision, lo pneumatico sperimentale che Michelin ha presentato al Movin’On di Montreal. Ma sarebbe meglio dire ruota, perché la prima notizia è proprio questa: lo pneumatico ridiventerà ruota, come lo era sulla carrozza. Non sarà però di legno: sarà una struttura alveolare in TPU (poliuretano termoplastico) di origine naturale e biodegradabile al 100% stampata in 3D, alla quale sarà applicato un sottile strato di battistrada che potrà essere rigenerato in qualsiasi momento per adattarsi a tutte le condizioni di usura o ambientali.


A dire come, quando e dove farlo sarà la ruota stessa, grazie al microchip applicato al suo interno e collegato al cloud, dunque in contatto costante con la vettura, il pc, lo smartphone e anche la centrale di controllo e la rete di assistenza. Se si abbassa la temperatura, arriva la stagione o dobbiamo andare in montagna a sciare, non avremo bisogno di cambiare gli pneumatici: sarà il sistema stesso ad informare l’utilizzatore fornendogli il luogo dove saranno installate particolari stazioni dotate di 4 stampanti 3D, una per ruota.

Saranno più piccole di un idrolavaggio o del ponte di un meccanico e non dovremo fare altro che salirvi con la vettura posizionando le ruote in corrispondenza dei moduli di stampa. Da lì usciranno ugelli che si infileranno nei passaruota applicando il battistrada con la composizione e il disegno ideali per il percorso e le condizioni climatiche da affrontare. Il Vision pesa solo 13 kg, ha diametro ampio ed è sottile, per offrire meno resistenza all’avanzamento e più comfort, non ha parti metalliche ed è dotato di un nuovo tipo di attacco che farà a meno dei bulloni. Del resto, a che cosa servirebbero su un componente destinato ad accompagnare la vettura per tutta la vita?

Il responsabile di questo progetto è Mostapha El Oulhani, un francese di origine marocchina messo a capo di un team multidisciplinare dove gli ingegneri non comandano. Mostapha infatti è un designer industriale che definisce il Vision come «Una promessa a portata di mano», un concentrato di immaginazione e tecnologia – per esso sono stati depositati 19 brevetti – che potrebbe essere applicato a tutti i tipi di veicolo e anche alle competizioni.
Inoltre rispetta l’ambiente come nessun altro, perché riduce ad una frazione il consumo delle risorse ed è completamente riciclabile, e rende la vita più facile e sicura perché “parla” e toglie all’utente ogni pensiero, liberandolo da tutte quelle operazioni di manutenzione e sostituzione che troppo spesso vengono sottovalutate con grave rischio per la sicurezza, una cosa che non si può affidare al caso. Neppure al simbolo della buona sorte.
 

 

 

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Mercoledì 19 Luglio 2017 - Ultimo aggiornamento: 20-07-2017 14:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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