La nuova DS3 a confronto con una delle storiche DS Cabriolet Chapron degli anni 50/70

DS, il fascino delle cabrio francesi: dalle Chapron alla DS3 decappottabile

di Sergio Troise
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ROMA - Dalle indimenticabili DS Cabriolet Chapron degli anni 50/70 alla DS3 Cabrio dei giorni nostri: attraverso due secoli si dipana la storia delle auto scoperte “alla francese”, esempi di eleganza e raffinatezza che hanno fatto dell’esclusività un marchio di fabbrica riconoscibile e indelebile.

Proprio per questo, la filiazione italiana di DS (brand del gruppo PSA nato da una costola della Citroen e diventato autonomo da giugno del 2014) ha fatto incontrare, in occasione del lancio della nuova DS3 Cabrio, la mitica DS Cabriolet del tempo che fu con la piccola scoperta di ultimissima generazione. Un incontro/confronto en plein air su un percorso nei dintorni di Roma che ha evidenziato come eleganza e ricercatezza squisitamente francesi non conoscano tempo. Sia pure con le dovute proporzioni, la DS3 può essere considerata infatti una discendente della mitica DS decappottabile firmata per lo stile dall’italiano Flaminio Bertoni e per la produzione da Henri Chapron.

Palcoscenico dell’originale rendez-vous è stato il DS Store della Capitale, uno showroom dove lo charme è il biglietto da visita di un ambiente in cui il design degli arredi e le pelli pregiate fanno il paio con l’esclusività di tutti i modelli esposti. Tra questi c’era anche, in qualità di special guest, e in anteprima per il nostro Paese, la DS7 Crossback, che verrà commercializzata non prima dell’inizio del 2018.

Ma le regine dell’evento dedicato al lancio della DS3 Cabrio sono state le DS Cabriolet storiche, cinque esemplari di rara bellezza, tutte in ottimo stato, che generosi collezionisti privati hanno messo a disposizione di DS Italia anche per un test su strada parallelo a quello della nuova DS3: un modo per rendere la manifestazione densa di simbolici significati legati alla storia di quello che un tempo era un modello di rara reputazione e oggi è un marchio in costante evoluzione.

Tra i gioielli d’epoca in passerella a Roma uno è appartenuto in passato a Ennio Morricone, un altro è intestato alla Filmauro, ovvero ad Aurelio De Laurentiis. Datato 1964, l’esemplare del presidente del Calcio Napoli era il più anziano tra quelli esibiti da DS Italia. E’ stato acquistato ad un’asta a Parigi e poi affidato alle cure del Centro di documentazione storica che la casa francese possiede in Toscana, a Sinalunga, dove – su richiesta del proprietario – l’auto è stata riverniciata in un bel metallizzato azzurro (il colore delle maglie del Napoli). Abbiamo avuto il privilegio di guidarla, lasciandoci trasportare – da buoni napoletani - dal sogno che quest’auto possa un giorno partecipare ai festeggiamenti en plein air per il tanto atteso terzo scudetto del Napoli… Ma se ciò avverrà, sarà negli Stati Uniti: De Laurentiis ha deciso infatti di portarsi la macchina a Palm Beach.

Quella del produttore/presidente è una delle prime DS19 Cabriolet prodotte. Ha un motore 1,9 litri da 75 cv/137 Nm, che non offre grandi prestazioni (velocità massima 140 km/h), ma è un raro esempio di eleganza, prestigio, comfort, con il valore aggiunto di pregiatissimi interni in pelle color crema. Guidarla tra Roma e le strade attorno al lago di Bracciano s’è rivelata un’esperienza inebriante: è stato come navigare a bordo di uno yacht di lusso, rigorosamente dislocante, godendosi il sole e il vento nei capelli, oltre al comfort assicurato dalle sospensioni idropneumatiche, una genialata dell’epoca fondata su quattro sfere che permettono di mantenere costante l’altezza da terra della vettura.

Al volante della DS 19 Cabriolet le curve si affrontano come virate, con l’accortezza di procedere adagio, tenendo d’occhio la distanza da muretti e guardrail, viste le dimensioni vicine ai cinque metri. Il cambio è al volante e la manovrabilità è buona, anche se la prima non è sincronizzata. Di contro i freni anteriori sono a disco: una rarità per l’epoca. D’altra parte la vocazione all’innovazione è stata la caratteristica storica di André Citroen, e infatti quest’auto ultracinquantenne stupisce anche per la disposizione dei comandi di fari, indicatori di direzione e clacson, sistemati in modo da non staccare mai le mani dal volante (altro pezzo pregiato, caratterizzato da un’unica razza).

La DS19 Cabriolet fu presentata per la prima volta al Salone di Parigi del 1959, su iniziativa della Carrosserie Henri Chapron, la stessa che aveva allestito la DS Presidentielle di De Gaulle e Pompidou e che realizzerà successivamente le due SM Cabriolet presidenziali usate da tutti i capi di Stato francesi. Una tradizione – vale la pena ricordarlo - ora rinnovata con l’ultima DS 7 Crossback presidenziale scelta da Emmanuel Macron per il suo primo viaggio in qualità di presidente della Repubblica nella giornata dell’investitura ufficiale.

Disponibile dal 1959, la silhouette cabriolet della DS21 ha dato poi vita ad una delle più belle ed affascinanti convertibili della storia dell’automobile. La cilindrata venne portata a 2175 cc e la potenza erogata arrivò prima a 88 e poi a 109 cavalli, e ciò permise alla DS21 di viaggiare sul filo dei 180 orari. Le sospensioni, come detto, erano idropneumatiche sulle quattro ruote e lo stesso impianto, molto sofisticato, permetteva di assistere idraulicamente freni, sterzo, cambio e frizione automatica.

Le Cabriolet Usine costruite tra il 1961 ed il 1971 furono complessivamente 1365: poche in confronto al milione e mezzo circa di DS prodotte, tra berline e break. La spiegazione sta nel loro prezzo di vendita, necessariamente elevato per la quantità di lavoro artigianale richiesto per ciascuna di esse. Infatti, alla carrozzeria di monsieur Chapron arrivava il telaio completo di meccanica che poi veniva completato lavorando in proprio le lamiere specifiche per le cabriolet, costruendo l’enorme capote ed il relativo telaio, allestendo le sellerie con pellami specifici, moquette e rivestimenti in molti colori e combinazioni. Tutto ciò rende oggi quasi impossibile trovare due DS Cabriolet con il medesimo allestimento.

Dal 1964, con l’arrivo della versione Pallas su base DS, la Cabriolet fu disponibile esclusivamente con tale allestimento. L’anno successivo, con la commercializzazione della DS21, questo modello fu scelto come base per le successive Décapotable, sia con cambio meccanico sia semiautomatico. L’ultima evoluzione fu la versione con alimentazione ad iniezione elettronica, capace di sfiorare i 200 km/h, disponibile a partire dal 1970, alla pari della berlina. L’anno successivo fu prodotta l’ultima Cabriolet di serie, mentre Chapron continuò ancora per qualche anno a trasformare berline di clienti privati. Ultima curiosità: il prezzo di vendita della DS Cabriolet crebbe negli anni sino ad essere pari a quello di due DS berlina. E oggi, sul mercato delle auto storiche, una DS Cabriolet può raggiungere quotazioni fino a 250.000 euro.
 

 

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Domenica 12 Novembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 13-11-2017 19:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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