La Heron 56

Heron 56, l'ammiraglia del salone arriva all’ultimo minuto e conquista i riflettori di Nauticsud

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo
  • 1

NAPOLI - E’ arrivata alla Mostra d’Oltremare all’ultimo momento ed è andata ad occupare un’area del padiglione Caboto non troppo in vista. Ma è una barca importante, quantomeno originale, che al Nauticsud non recita certamente un ruolo da comparsa. Parliamo dell’Heron 56, yacht di 17,90 metri (4,71 la larghezza massima) che per pochi centimetri ha soffiato il ruolo di ammiraglia del salone napoletano nientemeno che al 55 Fly di Azimut.

Presentata in anteprima a Cannes, dove l’esemplare numero 1, tutt’altro che finito e rifinito, arrivò a salone già cominciato da un bel po’, ed esposta poi anche a Genova in un allestimento ancora provvisorio (settembre 2017), la nuova imbarcazione made in Fiumicino è stata definitivamente ultimata e presentata in pompa magna al Nauticsud. Dove non è passata inosservata, sia per le dimensioni (al chiuso di un padiglione risaltano ancor di più), sia per le caratteristiche di una carena dal disegno decisamente originale, sia ancora per l’enorme T-Top e per la verniciatura grigio scuro metallizzato.

Se questo “airone” spiccherà il volo in un mercato popolato di marchi e prodotti consolidati è tutto da vedere. Ma una cosa è certa: l’Heron 56 non passa inosservato, e i suoi contenuti suscitano se non altro curiosità. Piaccia o meno, non è usuale il design di questo yacht caratterizzato da un’opera viva il cui studio deriva dalla filosofia progettuale utilizzata per le barche a vela da regata: una soluzione non convenzionale, dunque, frutto di una profonda ricerca sviluppata attraverso l’analisi dei flussi idrodinamici delle linee d’acqua. E sorprendente è notare (grazie all’esposizione a terra) come le superfici di carena risultino completamente lisce, in assenza totale di pattini di sostentamento idrodinamico, step o redan.

“Tutto ciò – assicurano i responsabili del cantiere romano - garantisce minima resistenza all’avanzamento, consumi limitati, eccellenti performance con motorizzazioni contenute e massimo comfort, mantenendo elevata stabilità e portanza”. Il progetto, insomma, è stato elaborato mirando a uno scafo capace di conservare lo stesso assetto longitudinale a qualsiasi velocità. La prua è verticale, sottile, affilata come una lama e caratterizzata da un aspetto longitudinalmente curvilineo. Le superfici laterali della prua stessa sono piatte, quasi “stirate”, per agevolare l’effetto dei flussi idrodinamici sulle murate dell’imbarcazione.

La singolare forma laterale delle murate è disegnata in funzione dello sviluppo della parte immersa della chiglia. Il posizionamento del baricentro di carena è più avanzato rispetto agli scafi tradizionali mentre a poppavia le forme tondeggianti “a cono” con spigolo al tondo costituiscono il punto di appoggio dell’opera viva. Ciò vuol dire, almeno in teoria, che la barca può navigare senza problemi con qualsiasi mare, anche con onde laterali. Ma è chiaro che soltanto un test in acqua può dare certezze di questo tipo.

Per il resto, lo yacht trasmette da subito un senso di libertà. La coperta è pensata per essere vissuta davvero en-plein-air. Estese le aree open con piani di calpestio in teak che, partendo dalla zona di comando, evidenziano la postazione centrale per il comandante e inusuali divanetti laterali per ogni lato. Sotto la protezione dell’ampio parabrezza in acciaio e perspex, la console è ergonomica e dotata di strumentazione di controllo/navigazione touch-screen. A centro nave è collocata l’area galley dotata di mobilio a scomparsa. Confinante verso poppavia trova collocazione l’area living con divani e tavolo trasformabile.

Assai godibile si profila l’area ludica poppiera con grande prendisole sopra al portellone del garage e pedana per il bagno illuminata da faretti dedicati e servita da scaletta a scomparsa. Il garage può contenere un tender di piccole dimensioni. La zona prodiera è allestita con prendisole interrotto centralmente da doppio tambuccio per dare aria e luce sottocoperta. Elemento di distinzione è, ancora, il T-top in carbonio che ombreggia la zona centrale dello yacht, dotazione che tuttavia può essere anche esclusa, a richiesta dell’armatore. A tal proposito, il cantiere puntualizza che la velocità massima (32 nodi) si raggiunge proprio in configurazione “aperta”, senza la copertura rigida.

La compartimentazione interna prevede la cabina armatoriale a proravia con bagno suddiviso in due ambienti separati per creare un locale doccia ad ampio respiro. A centro barca le due cabine ospiti a letti divisi, entrambe dotate di toilette riservata. Contemporanei e raffinati gli allestimenti interni in essenza di rovere naturale sbiancato evidenziato da inserti in pelle in tutte le cabine e cielini laccati.

La motorizzazione è affidata ai Volvo Penta IPS600 per un totale di 870 hp. La scelta riconduce alle doti peculiari dell’opera viva: pochi cavalli in relazione ad un dislocamento così importante, con il “valore aggiunto” di consumi ridotti e autonomia maggiore (il serbatoio del carburante contiene 2200 litri). Ciò detto, a richiesta dell’armatore è prevista anche l’installazione di motori e trasmissioni alternative. Il prezzo di listino è di 970.000 euro più Iva.

  • condividi l'articolo
  • 1
Domenica 18 Febbraio 2018 - Ultimo aggiornamento: 19-02-2018 06:55 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti