Carla Demaria, presidente di Ucina

Demaria risponde a Tacoli. Ma tra Ucina e Nautica Italiana dialogo ancora difficile

di Sergio Troise
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ROMA - Va avanti a piccoli passi, con difficoltà, ritardi e immutata diffidenza il tentativo di riconciliazione tra Ucina e Nautica Italiana, le due associazioni di categoria, l’una storica, l’altra costituitasi due anni fa, che si contendono la competenza su tutte le materie che riguardano il comparto, dai problemi delle aziende appena uscite dalla lunga crisi post 2008 alla necessità di modernizzare le normative che regolano il settore, a cominciare dal tanto atteso Codice della nautica.

Lo scorso 3 ottobre, com’è noto, il presidente di Nautica Italiana, Lamberto Tacoli, ha compiuto un primo passo scrivendo una lettera aperta al ministro Calenda, al vice ministro Scalfarotto e alla presidente di Ucina Carla Demaria, in cui si proponeva di sedersi attorno a un tavolo per trovare il modo di tornare a collaborare per il bene di tutti. Dalle sedi istituzionali non sono arrivati segnali d’interesse, o almeno non ne è trapelata notizia. La presidente di Ucina, invece, sia pure dopo 15 giorni, ha deciso di rispondere e di rendere pubblica la propria posizione, espressa in una lettera dai toni solo apparentemente concilianti, indirizzata a Tacoli, a Calenda e a Scalfarotto.

Nel testo si parla di “soddisfazione e vivo apprezzamento” per l’iniziativa di Tacoli e si sottolinea “l’autentica volontà di procedere verso un riavvicinamento”; ma si fa anche notare, con puntigliosità, che “finalmente Nautica Italiana ha dichiarato la disponibilità ad accogliere la proposta da noi lanciata oltre un anno fa di dar corso a tavoli di confronto su temi specifici”.

“Siamo consapevoli che per fare ciò – si legge nella lettera di risposta - sarà necessario un tempo adeguato ed una convergente condivisione. Ecco perché sin da subito abbiamo pensato che il percorso ottimale potesse partire da argomenti specifici, di comune interesse, sui quali confrontarci per verificare se vi siano le necessarie convergenze, nell’interesse dell’intero comparto della nautica”.

Ebbene, è da questo punto che le convergenze sembrano svanire, almeno in parte. Nella lettera di Tacoli, infatti, si indicavano due priorità sulle quali sarebbe necessario lavorare insieme, da subito: gli eventi programmati per il 2018 (Salone di Genova organizzato da Ucina e Salone di Viareggio organizzato da Nautica Italiana, ndr), e l’impegno a supportare il Governo nelle azioni di rinnovamento legislativo a supporto del settore. Sul secondo punto Ucina è certa di aver ormai portato a buon fine la propria azione, tanto che Demaria parla di “… finalizzazione del nuovo Codice della Nautica con le integrazioni sulle quali Ucina ha ricevuto l’impegno del ministro… “. Dell’accordo auspicato da Tacoli sugli eventi espositivi, invece, non c’è traccia nella lettera di risposta di Demaria, preoccupata evidentemente di salvaguardare il Salone di Genova da qualsiasi concorrenza e magari di dover addivenire a patti anche sui contributi ministeriali.

Secondo Ucina, dunque, la collaborazione può riprendere su temi legati allo snellimento della burocrazia e all’aggiornamento di norme che condizionano lo sviluppo del settore, come “l’istituzione della Camera Arbitrale Specialistica del Mare e della Nautica, già deliberata e in fase di attuazione operativa”; o ancora: il varo di “un piano strutturato di progetti di formazione per gli operatori a diverso titolo; la predisposizione di modelli contrattuali al servizio delle piccole imprese; lo studio e la redazione di un Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro riservato alle aziende che operano prevalentemente nel mondo della nautica”.

Bontà sua, la presidente di Ucina conclude la lettera con una frase che apre il cuore alla speranza: “Naturalmente – si legge nella parte finale - siamo disponibili a valutare le eventuali proposte di argomenti diversi che ci vengano presentate”. Ma attenzione alle ultime parole: “Confido che l’adesione anticipata nella lettera aperta al nostro metodo del confronto su tavoli operativi concreti possa consentire l’avvio di un percorso che conduca tutte le imprese a ritrovarsi in un un’unica associazione”. Alzi la mano chi crede davvero che sia possibile…

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Giovedì 19 Ottobre 2017 - Ultimo aggiornamento: 20-10-2017 12:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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