Il Canelli Revolutio

Canelli Revolutio, a Navigare l’anteprima per l’Italia dell'anticonformista cruiser di 39 piedi

di Sergio Troise
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NAPOLI - “Navigare” non è un vero e proprio salone nautico, ma una piccola esposizione organizzata “in proprio”, nel porticciolo napoletano del Circolo Posillipo, dagli operatori del settore che si riconoscono nell’Associazione Nautica Regionale Campana: un modo per tenere viva l’attenzione sul diporto anche a fine stagione e consentire prove in mare a chi medita un acquisto in vista dell’anno che verrà. In questa cornice semplice e circoscritta ha suscitato dunque un certo scalpore il debutto in prima assoluta per l’Italia di una imbarcazione tutta nuova, il Canelli Revolutio.

E’ un cruiser di 39 piedi (12,20 metri ft) in grado di distinguersi per l’anticonformismo dello stile, l’originalità di certe scelte tecniche come la “doppia prua” e per l’adattabilità a soluzioni diverse per allestimenti e motorizzazione. Il tutto nello schema del luxury yachting e perseguendo tre ambiziosi obiettivi: top design, hi-tech, massimo comfort.

Il Canelli Revolutio, in verità, aveva già debuttato sulla scena internazionale essendo stato presentato in anteprima al recente Yachting Festival di Cannes, tuttavia una falla nella comunicazione aveva circoscritto l’attenzione a pochissimi addetti ai lavori, soprattutto francesi. “Per questo motivo – dicono i responsabili del cantiere – abbiamo deciso di esporre la barca a Napoli, in modo da farci conoscere anche in Italia”. Le acque del golfo partenopeo, del resto, sono “acque di casa” per Canelli, azienda con sede legale a Roma ma con capannoni per la costruzione a Torre Annunziata, nella ex sede di Apreamare, lungo la costa orientale napoletana.

Per spiegare che cosa sia e a cosa miri questa nuova barca sarà bene cominciare dal nome: Canelli non è il cognome del titolare del cantiere, ma l’acronimo di Cantiere Nautico Ceccarelli. E Edoardo Ceccarelli, romano, è il fondatore dell’impresa, in solido con Maurizio Marzocca, progettista con vaste esperienze nel settore (recentemente ha lavorato anche con i “vicini di casa” di Gagliotta). Quanto a Revolutio, che induce tutti a pensare a un refuso sulla parola inglese Revolution, “in realtà – spiega Ceccarelli - è la parola latina che sta ad indicare Rivoluzione. Mi è stata ispirata da un film del 2005 che si chiamava Renovatio”.

Costruita in vetroresina stratificata a mano, la barca misura, come detto, 12,20 metri ft in lunghezza e 3,80 in larghezza e si fa notare per l’originale soluzione della doppia prua, ovvero una prua tagliata a mezza altezza, che nell’aspetto ricorda una bocca aperta. In tal modo, a velocità ridotta la parte bassa rimane in acqua come un grande bulbo, mentre in planata si solleva. “Un modo per ottimizzare la navigazione negli usi più diversi, dall’andatura dislocante alle velocità più sostenute” spiegano i responsabili del progetto, precisando che la novità è stata depositata all’EUIPO, l’ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale. Se la trovata porti vantaggi è presto per dirlo, ma una cosa è certa: “A Cannes – racconta Ceccarelli - la barca ha avuto un grande successo, il dealer francese con il quale abbiamo avviato la collaborazione ne ha ordinati nove esemplari e il primo, quello esposto a Napoli, è stato già acquistato da un armatore tedesco”.

Due le versioni previste: una denominata Cocktail, l’altra Lounge. Si distinguono per gli allestimenti interni e la disposizione degli spazi all’aperto, molto flessibili, sempre con grande console e comandi a centro barca. L’esemplare esposto a Napoli (Cocktail) presentava l’area conviviale a prua e divani di poppa trasformabili in prendisole; sotto coperta due posti letto a centro barca e bagno con doccia separata. A richiesta è possibile avere anche altri due posti letto a prua, in cabina separata, e una cucina. “Ma l’armatore tedesco non li ha voluti in quanto mira ad un utilizzo della barca come day cruiser di lusso” hanno spiegato i responsabili del cantiere.

La motorizzazione prevede varie soluzioni. Quella standard, adottata sull’esemplare numero 1, è costituita da due Volvo Penta IPS 600 in grado di spingere la barca fino a una velocità massima di 40 nodi, con velocità di crociera tra 30 e 35. “Ma riducendo l’andatura a 24 nodi – assicura il cantiere – si naviga bene ottimizzando anche i consumi, che non superano i 70 litri/ora”.

In alternativa agli IPS 600, è possibile utilizzare i 500, oppure i turbodiesel D4 300 DP o D6 370 DP. E ancora: guardando agli Usa, è prevista anche l’opzione benzina, con i V8 270 CE DPS o 320 DPS, e non è esclusa la possibilità di adottare una coppia di fuoribordo (da almeno 350 hp ciascuno). In quest’ultimo caso l’acquisto della sola imbarcazione (motori esclusi) viene a costare 265.000 euro (più IVA); con i motori entrobordo, invece, i prezzi oscillano tra 295.000 e 395.000 euro (sempre più IVA), ma con l’aggravio di molte dotazioni escluse dall’equipaggiamento standard. Tra queste, il garage per il tender (12.500 euro), il T-Top in Vtr (13.000 euro), la vernice metallizzata (25.500 euro), l’aria condizionata (7.500), la passerella idraulica a scomparsa (15.000) e molto altro.

 

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Venerdì 3 Novembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 12:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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