La Ferrari F14T di Alonso a Singapore

Formula 1, la Ferrari torna a ruggire:
a Singapore Alonso vola e sfiora l'impresa

di Giorgio Ursicino
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SINGAPORE - Avrà ancora due occasioni per farlo, ma sarà più difficile. Feroce come un leone, Fernando Alonso ha tentato di fare un regalo al presidente Montezemolo riportando a Maranello la coppa del vincitore del Gran Premio di Singapore dopo il weekend da incubo di Monza.

I tifosi, si sa, vedono gli avversari sempre meno forti di quanto realmente siano, ma c’è stato un momento in cui l’impresa a molti l’impresa è sembrata alla portata, un vero miracolo ricordando quanto accaduto appena due settimane fa. Ora lo spagnolo ci riproverà il 5 ottobre in Giappone e poi la settimana successiva in Russia, proprio il giorno che precede il passaggio ufficiale del testimone dal presidente uscente a Sergio Marchionne che sicuramente sta già da tempo lavorando su una nuova Ferrari.

Ma Suzuka è una pista vera, più simile a Spa e a Monza che a Singapore, dove serve tanto motore e un’ottima aerodinamica, aspetti che non sono il punto forte della maltrattata F14T. Per quanto si possa migliorare l’auto in una decina di giorni attraversando pure mezzo mondo il deciso passo avanti non è certo dovuto allo sviluppo, ma alle diverse caratteristiche dei tracciati. Monza è la pista più rapida del Campionato, implacabile se non hai buona cavalleria e una downforce accettabile senza caricare troppo le ali, e ha messo a nudo le carenze della Rossa.

Il circuito orientale è cittadino con una media poco elevata visto che la gara, seppur asciutta, è stata interrotta prima della fine perché (complice la safety car) scadute le due ore massime. Sia come sia, le monoposto di Maranello sono andate forte sia il venerdì (lo hanno fatto anche altre volte nel corso della stagione) che, soprattutto, il sabato, quando la secondo fila era alla portata ed il distacco dalla pole ridottissimo (poco più di due decimi). Quando si è spento il semaforo Fernando ha mostrato tutta la sua rabbia esplosiva (Rosberg era già fermo ai box con la sua Freccia d’Argento piegata dall’elettronica).

In pochi metri ha affiancato e si è bevuto le due Red Bull in lotta fra loro. Poi ha saltato la chicane e volontariamente ridato strada a Sebastian. I commissari potevano invitarlo a far passare anche Ricciardo, ma non lo hanno fatto e lo spagnolo ha iniziato a picchiare come un martello. Nel primo pit stop le posizioni sono rimaste invariate, nel secondo Fernando si è avvicinato e poi è rientrato prima di Vettel sfruttando il giro con le gomme nuove per scavalcarlo. Il secondo posto sembrava blindato, ma se l’unica Mercedes avesse avuto un piccolo problemino (nel finale di stagione le monoposto sono più affaticate e quindi più fragili) ecco il sogno della vittoria.

Ma a Singapore entra sempre la safety car e, anche se non ci sono stati plateali incidenti, Charlie Withing l’ha spedita in pista per pulire il tracciato da alcuni detriti. A quel punto Hamilton in testa era con le gomme più morbide da poco montate (le rosse) e doveva necessariamente ancora utilizzare quelle più dure. Anche Fernando era con le rosse fresche, mentre i due della Red Bull avevano le gialle con le quali sarebbero potuti arrivare fino al traguardo. Il muretto del Cavallino per marcare le Red Bull e difendere il secondo posto richiamava Fernando ai box e gli montava gli stessi pneumatici di Seb e Daniel (i gialli più duri), facendogli però perdere due posizioni (da secondo a quarto).

Alla ripartenza si è scatenato l’inferno, Hamilton è schizzato via perché doveva guadagnare il tempo necessario per fare la sosta in più e con le rosse ha iniziato ad andare oltre due secondi al giro più rapido dei rivali. Il tempo per portare a termine l’impresa c’era pure, ma non doveva accadere alcun imprevisto o entrare la safety car. Impressionante la dimostrazione di superiorità anche perché quando entrata la prima safety car Lewis, nonostante fosse in testa, era quello che aveva consumato meno e quindi avrebbe potuto spingere ancora.

Dopo aver fatto oltre 25 giri con le morbide (non ci credeva nessuno) ha effettuato lo stop a 9 giri dal termine rientrando dietro Vettel che poi, con le gomme fresche, ha scavalcato in un lampo. Fernando forse era più rapido delle Red Bull, ma non aveva velocità per passarle (come accaduto nel 2010 ad Abu Dhabi con Petrov). Gli è arrivato comunque in scia sfiorando il podio. Con i punti di ieri ha riscavalcato Bottas in classifica, ma ora si è avvicinato pure Vettel e in tre saranno in lotta per il quarto posto, mentre nel Costruttori la Rossa resta quarta dietro la Williams. Hamilton, chirurgico e rasserenato dopo le turbe estive, ha preso la testa del Campionato ed ora precede di 3 punti Rosberg che è rimasto fino alla fine sul muretto dei box. Tifava per la Mercedes o per i rivali?

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Lunedì 22 Settembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 19-05-2016 06:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA