La prima Jeep Renegade costruita in Brasile

Jeep Renegade raddoppia in Brasile,
prodotto il primo esemplare carioca

di Diodato Pirone
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PARNAMBUCO - La Jeep Renegade raddoppia. E a poche settimane di distanza dall’avvio della produzione in Italia, nella fabbrica di Melfi, arriva la foto del primo esemplare di pre-serie costruito in Brasile, nel nuovissimo stabilimento di Pernambuco che deve ancora essere inaugurato.
La prima Renegade brasiliana arriva giusto in tempo per essere esposta al salone dell’auto di San Paolo, il più importante del Sud America.
La notizia non va sottovalutata. Non solo perché indica che il progetto di Pernambuco, una fabbrica da 2 milioni di metri quadri che conterrà molte soluzioni avvenieristiche e che dovrebbe essere in grado di sfornare a regime 250 mila vetture all'anno, sta rispettando l’obiettivo di avviare la linea di montaggio all’inizio della primavera 2015.

In realtà la Jeep carioca fa capire che Sergio Marchionne non intende rallentare neanche di una settimana il ritmo di crescita del marchio più forte di cui FCA dispone in questo momento. Jeep quest’anno dovrebbe vendere 1 milione di vetture contro le 732 mila del 2013 e nel 2018 è previsto che superi quota 1,8 milione di pezzi. In questo scenario il Brasile, quarto mercato mondiale, è essenziale. La Renegade dovrebbe consentire a FCA di rafforzare la leadership nel mercato carioca ma soprattutto, con il suo maggior valore aggiunto, dovrebbe contribuire a rialzare il margine di profitto che negli ultimi due anni – come è accaduto a tutti i produttori – è crollato.

Marchionne ha più volte affermato che dal 2017 si attende un margine a due cifre in Brasile. Ma
la corsa della Renegade non si fermerà in Brasile. Per il 2016 è previsto l'avvio della sua produzione in Cina dove, assieme alla Cherokee ha la missione di arrivare a vendere 500.000 pezzi nel 2018. In questo quadro lo stabilimento italiano di Melfi resta strategico. La sua quota di produzione di Jeep non andrà in Brasile e Cina poiché questi mercati sono protetti da dazi proibitivi ma è destinata a servire non solo l'Europa ma anche l'area Nafta (Usa, Canada e Messico) e mercati destinati a crescere moltissimo nei prossimi anni come Russia, Turchia, Sud Africa, Australia.


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Lunedì 20 Ottobre 2014 - Ultimo aggiornamento: 22-10-2014 14:08 | © RIPRODUZIONE RISERVATA