La Jaguar XKSS

Jaguar fa rinascere il mito della XKSS, a Los Angeles la prima di 9 repliche

di Sergio Troise
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LOS ANGELES - Oggetto di culto e di passione, bene di svago e bene rifugio. Tutto questo è l’auto d’epoca, ma non solo: è anche, se non soprattutto, testimonianza vivente, palpabile, di un passato altrimenti destinato all’oblio. Conservare/ritrovare/restaurare è una benemerita operazione culturale, utile a salvaguardare un patrimonio arricchitosi, nel tempo, di continui aggiornamenti legati all’evoluzione dello stile, della tecnica, della meccanica, delle prestazioni. Da questa prospettiva appaiono inutili, addirittura volgari certe repliche di auto che hanno scritto la storia: false come certi “gioielli” di bigiotteria, sono tenute alla larga dai cultori del collezionismo ortodosso. Eppure c’è qualche eccezione che conferma la regola: dopo le sei Lightweight E-type costruite nel 2014, Jaguar ha deciso infatti di rituffarsi, dopo 60 anni, nel proprio glorioso passato riproducendo la Jaguar XKSS.

E’ stata la prima supercar della storia: un’auto fondamentale, di cui non avremmo più traccia se la Casa inglese non avesse deciso di affidare al suo reparto speciale (Jaguar-Land Rover Classic) la realizzazione di nove unità identiche all’auto nata nel 1957 come la versione stradale, ad altissime prestazioni, della D-Type vincitrice della 24 Ore di Le Mans. All’epoca, della XKSS vennero costruiti 16 esemplari, nove dei quali destinati all’esportazione in Nord America. Ma, prim’ancora di imbarcarsi sulla nave che avrebbe dovuto portarle oltre oceano, le nove Jaguar andarono distrutte nell’incendio che divampò nella fabbrica di Browns Lane, nelle British Midland. Le nuove, invece, verranno consegnate a nove fortunati collezionisti che le hanno già opzionate impegnandosi a pagare un milione di sterline per ciascun esemplare.

La prima unità di Jaguar XKSS del nuovo secolo, (ri)costruita pezzo per pezzo, con criteri artigianali, dagli operatori di Jaguar Classic, è stato appena esposta in anteprima mondiale al Salone di Los Angeles, dove ha fatto girare la testa a chiunque si sia avvicinato allo stand della Casa britannica. Verniciata in un classico “Sherwood green”, la splendida XKSS è stata assemblata a mano secondo le specifiche del 1957, e dunque si presenta con tutto il fascino, e tutti i dettagli, della mitica supercar del secolo scorso. Una riproduzione talmente fedele che in casa Jaguar parlano di “auto nuova originale”, anche se le nove unità riporteranno i numeri di telaio con cui all’epoca furono registrate.

Si stima che occorrano 10.000 ore di lavoro per la costruzione manuale di ciascuna delle nuove XKSS. Come detto, tutto verrà eseguito a mano, con criteri artigianali, riproducendo fedelmente pezzi, forme, finiture, rivestimenti. Basti dire, in proposito, che su ogni auto verranno utilizzati ben 2000 rivetti, esattamente come sulla XKSS degli anni 50.

Come all’epoca, la carrozzeria dell’auto esposta a Los Angeles è stata realizzata in lega di magnesio e, dato che non esistono prototipi di studio originali, Jaguar Classic ne ha prodotto uno su misura, basandosi su carrozzerie originali a partire dal 1950. I corpi vettura delle nove auto programmate per il 2017 prenderanno forma da questo prototipo, attraverso un processo tradizionale chiamato “tornitura manuale”.

Gli ingegneri di Jaguar Classic hanno lavorato con i telai originali e, per supportare la costruzione di quello nuovo, lo hanno prima riprodotto su CAD. Insieme ai tecnici della Divisione Classic, il produttore di telai Reynolds è stato poi incaricato di creare nuovi componenti specifici. I telai sono di bronzo saldato come avveniva per le tubazioni di quelli originali della XKSS. Ancora: come quelle di un tempo, le auto replica sono dotate di freni a disco Dunlop con pompa Plessey su tutte le ruote. Anche i pneumatici sono Dunlop, montati su cerchi a doppio corpo rivettato in lega di magnesio.

Il motore della rediviva XKSS è quello della Jaguar D-type a 6 cilindri in linea di 3,4 litri e 262 cv del 1957, ma dotato di nuovi blocchi e di nuove teste dei cilindri in ghisa e di tre carburatori Weber DC03.

Nell’abitacolo tutto è esattamente come sarebbe stato nel 1957, dal legno del volante alla grana dei sedili in pelle, fino alle manopole in ottone sul cruscotto. Qui, nella parte dedicata alla strumentazione, brilla la perfetta ricostruzione dell’originario quadro strumenti Smiths. Piccole modifiche sono state fatte solo al fine di migliorare la sicurezza del guidatore e del passeggero.

Jaguar Land Rover Classic è una struttura in evoluzione, che nel 2017 si trasferirà in una nuova sede, a Coventry, per la quale sono stati investiti 7,5 milioni di sterline. “Non vediamo l’ora di far crescere questa nostra attività, supportando i nostri attuali clienti e coinvolgendo una nuova generazione di appassionati in tutto il mondo” ha dichiarato Tim Hannig, direttore della benemerita divisione dedicata alla rinascita di questi prodotti speciali, magnificamente sospesi tra passato e presente.
 

 

 

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Giovedì 17 Novembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 21:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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