L ultima evoluzione della Audi R18 un gioiello che è uscito di scena dominando l ultima gara del WEC 2016

Audi, le nuove sfide della Regina che anticipa l’innovazione. L’avanguardia si conquista cambiando

di Giorgio Ursicino
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INGOLSTADT - Comunque vada sarà “Land of quattro”. Sia che si confermerà regina la Porsche, sia che Toyota riuscirà a portare in Giappone il grande e prestigiosissimo trofeo, all’appassionato pubblico di Le Mans quest’anno mancheranno molto i quattro anelli dell’Audi. Un brand forse come nessun altro entrato nel Dna della corsa per aver interpretato in maniera perfetta tradizione e filosofia dell’ambita competizione di durata. Non serve certo raccontare qui i record e le imprese eroiche scritte dalla casa di Ingolstadt alla 24 Ore.

Basta ricordare che l’azienda bavarese è stata la dominatrice assoluta della maratona francese nel nuovo millennio e dal 2000 al 2014 ha sempre vinto ad eccezione del 2009 (quando a trionfare fu Peugeot) e del 2003, anno in cui la casa tedesca, per una strategia di gruppo concordata, lasciò il passo ai cugini britannici di Bentley “prestandogli” anche i piloti. Ma più che dei risultati certamente impressionanti, all’Audi vanno orgogliosi del modo in cui li hanno ottenuti, sperimentando e sviluppando tecnologie innovative che hanno fatto la differenza e sono poi state applicate alle vetture di serie non solo dei quattro anelli, ma dell’intera produzione mondiale.

Per chi ama e conosce il motorsport l’uscita di scena della regina (almeno momentanea) dal palcoscenico di Le Mans, non sorprende affatto, fa parte della storia e della gloriosa tradizione del marchio che, come avvenuto in passato, dopo un certo periodo cambia scenario per rinnovare se stessa, restare giovane e andare ad esplorare nuovi territori dove confrontarsi, magari più in linea con la direzione in cui si vanno orientando in quel momento le vetture che andranno in vendita negli showroom.

Audi ha preso la decisione di uscire dalle gare di Endurance non certo perché non vinceva più. L’ultima evoluzione della poderosa R18 e-tron quattro a propulsione ibrida-diesel ha infatti dominato l’ultima gara che ha disputato, la tappa finale del WEC 2016 che lo scorso anno è andata in onda in Bahrain: scatto dalla pole e meravigliosa doppietta al traguardo, con l’equipaggio composto da Di Grassi-Duval-Jarvis che ha preceduto quello dei compagni di squadra Lotterer-Fassler-Treluyer. La storia di Audi ha radici profonde, è ultracentenaria, risale agli inizi del secolo scorso.

Un mix di fascino e prestigio, performance e innovazione, garantito da più marchi tedeschi (come non citare l’Auto Union) che nel tempo hanno incrociato le loro strade. L’Audi dei tempi moderni, però, quella che ha preso progressivamente forza all’interno della galassia Volkswagen a partire dagli anni Settanta (per andare poi a svettare sui territori premium del mercato globale) ha un posizionamento ancora più granitico: sempre all’avanguardia nella tecnica, sportività elegante e audace e, soprattutto, un’innata capacità di vincere ogni volta che si scende in campo.

Certo, la Ferrari è il simbolo della Formula 1 ed ha trionfato anche alla Mille Miglia, alla Targa Florio a Le Mans, a Daytona e a Sebring, ma Audi è una signora imbattuta che, dove si è impegnata, ha sempre trionfato. Anche in questo caso non c’è spazio nel contesto per raccontare battaglie e coppe, ad Ingolstadt sono più orgogliosi di ricordare le innovazioni tecnologiche che hanno introdotto, cambiamenti che gli avversari hanno necessariamente dovuto copiare o la Federazione è stata costretta a vietare per non dare il via a gare con il risultato scontato.
Sembrava uno scherzo la trazione integrale introdotta sulla mitica quattro all’inizio degli anni Ottanta, ma Mikkola, Blomqvist, Rohrl e Michel Mouton riscrissero la storia. Soluzione che cambiò l’approccio anche nelle corse turismo (nei campionati di tutto il mondo) quando Audi decise di scendere in campo.

Poi la nuova svolta verso Le Mans con i grappoli di trofei che sono stati accompagnati da innovazioni altrettanto rivoluzionarie. È stata una signora degli Anelli la prima vettura a vincere una gara importante con l’iniezione diretta di benzina, ma è stata la prima a farlo con il diesel e con una motorizzazione ibrida. Alla vigilia dell’era che ci porterà l’elettrificazione e la guida autonoma, due asset imprescindibili per un futuro migliore, Audi ancora una volta mette la freccia e decide di fare da apripista andando a presidiare il Campionato di Formula E dove corrono le monoposto elettriche e dove sono già impegnati quasi una decina di grandi costruttori.

Il futuro del motorsport, e soprattutto delle vetture di serie, sarà molto silenzioso e a Ingolstadt sono sicuri che loro saranno ancora in pole position. Certo gli appassionati di Le Mans quest’anno faranno fatica a farsi una ragione della mancanza di Audi ma, quando le vetture a batterie saranno protagoniste anche alla 24 Ore, chi si sente di scommettere che i quattro anelli non brilleranno di nuovo alla Sarthe?
 

 

 

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Venerdì 16 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 13:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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