Lo SmartDeviceLink Consortium è un organizzazione no-profit per lo sviluppo di una piattaforma software open source per integrare le app a bordo dei veicoli

Crescono le partnership: i protagonisti uniti per sviluppare insieme la mobilità 2.0

di Mattia Eccheli
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LAS VEGAS - Da mero mezzo di trasporto del quale i clienti possono scegliere alimentazione e dimensioni ad ambiente mobile con “ecosistema digitale” del quale definire di volta in volta la funzione. «Siamo di fronte a cambiamenti così grandi che sono paragonabili alla reinvenzione dell’auto», ha sintetizzato Ola Källenius, il manager svedese a capo della direzione di Ricerca e Sviluppo di Mercedes da Thomas Weber.

I veicoli non sono già più quello che erano: in un decennio verrà concentrata l’innovazione di un secolo, quello appena trascorso. Cooperazioni ed accordi per razionalizzare gli investimenti e massimizzare i vantaggi sono una necessità, non soltanto economica. L’avvento di nuovi attori nel comparto dell’auto ha innescato una reazione “difensiva” da parte dei produttori. Al Consumer Electronics Show di Las Vegas è stata ufficializzata la costituzione dello SmartDeviceLink Consortium, un’organizzazione no-profit per lo sviluppo di una piattaforma software open source per integrare le app a bordo dei veicoli. L’hanno fondato Ford, che ha portato in dote il software AppLink, e Toyota, ma vi hanno già aderito il gruppo francese Psa nonché le giapponesi Mazda, Suzuki e Fuji Heavy Industries, cioè Subaru oltre ad un certo numero di fornitori.

Un nuovo linguaggio comune “alternativo” consentirebbe ai costruttori di evitare o almeno di limitare ai colossi hi-tech come Google o Apple l’accesso ai dati delle auto, assimilando in pochi mesi quantità di dati capaci di riassumere il lavoro di molti anni. Volkswagen Group ha annunciato al Ces la collaborazione strategica con Nvidia per la messa a punto di un nuovo cockpit che dovrebbe garantire «non meno che la miglior esperienza di utilizzo», per dirla con Johann Jungwirth, l’uomo al quale è stata affidata la digitalizzazione dei marchi del colosso tedesco. Con la medesima azienda produttrice di microprocessori Audi lavorerà allo sviluppo della più avanzata auto a guida autonoma di livello 4 entro il 2020 e il fornitore ZF a quello di una nuova piattaforma per l’intelligenza artificiale.

La coreana Hyundai si è accordata con Cisco, mentre Nissan è andata a Las Vegas con il suo numero uno Carlos Ghosn (in “incognito” c’era anche quello di Opel, Karl-Thomas Neumann) per annunciare di aver adottato una piattaforma (la Sam) sviluppata dalla Nasa e presentando Cortana, l’assistente virtuale di Microsoft, colosso con il quale l’Alleanza vuole realizzare i primi modelli a guida autonoma nel 2020. Con la giapponese DeNa sperimenterà veicoli senza conducente per uso commerciale. Daimler ha esteso la cooperazione con Google ed “imbarcato” Philips per riempire di contenuti l’ambiente digitale, mentre Bmw sviluppa la guida autonoma assieme a Intel e l’israeliana Mobileye.  Nell’ambito della collaborazione con Microsoft, Volvo potrebbe essere il primo costruttore ad offrire Skype for Business in auto: la soluzione debutterà nel 2017 sulle nuove auto della gamma 90.
 

 

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Venerdì 13 Gennaio 2017 - Ultimo aggiornamento: 21:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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